“Coronavirus nato da incidente in laboratorio di Wuhan”, la tesi di un gruppo di scienziati inglesi

di Caterina Galloni
Pubblicato il 16 Maggio 2021 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
"Coronavirus nato da incidente in laboratorio di Wuhan", la tesi di un gruppo di scienziati inglesi

“Coronavirus nato da incidente in laboratorio di Wuhan”, la tesi di un gruppo di scienziati inglesi (foto Ansa)

Il coronavirus  frutto di un incidente in laboratorio a Wuhan? La teoria deve essere presa sul serio. Almeno fino a quando non ci sarà un’indagine rigorosa, basata sui dati, che dimostri il contrario, riferisce Giampaolo Scacchi.

E’ quanto sostiene un gruppo di 18 importanti scienziati, tra cui Ravindra Gupta, un microbiologo clinico presso l’University of Cambridge. E Jesse Bloom, che studia l’evoluzione dei virus al Fred Hutchinson Cancer Research Center.

“Coronavirus nato da incidente in laboratorio di Wuhan”, gli scienziati inglesi contro l’Organizzazione mondiale della sanità

Gli esperti hanno inoltre puntato il dito sull’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità. Mirata a capire le origini del coronavirus. E che invece non è riuscita a fare una “considerazione equilibrata” della teoria secondo cui potrebbe derivare da un incidente di laboratorio.

Nel suo rapporto finale, scritto insieme con scienziati cinesi, il team guidato dall’OMS – che ha visitato Wuhan – ha respinto l’idea che il virus fosse sfuggito da un laboratorio. E spiegato che è “estremamente improbabile”.
“Sono necessarie ulteriori indagini per determinare le origini della pandemia”, hanno detto i 18 scienziati.

“Le teorie su un incidente in laboratorio e lo spillover zoonotico rimangono entrambe valide”, hanno scritto in una lettera alla rivista Science.
Ci sono una varietà di ipotesi diverse sull’origine del virus, inclusa una serie di teorie del complotto.

“Finché non avremo dati sufficienti, dobbiamo prendere sul serio le ipotesi sugli spillover naturali e di laboratorio.
“In questo periodo in alcuni paesi c’è un forte sentimento anti-asiatico. Ma non dobbiamo dimenticare quello che avvenne all’inizio della pandemia. Che furono medici, scienziati, giornalisti e cittadini cinesi a condividere con il mondo informazioni cruciali sulla diffusione del virus. Spesso pagando un alto prezzo personale”.

La lettera degli scienziati arriva a distanza di pochi giorni da che un gruppo di esperti è giunto a una importante conclusione. Che la portata catastrofica della pandemia avrebbe potuto essere prevenuta. Se un mix dannoso di tentennamenti e scarsa coordinazione non avesse ostacolato la reazione a livello mondiale.

Dall’ipotesi al numero reale di contagiati e morti in ogni parte del mondo 

Da quando il virus è apparso per la prima volta a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019, il Covid ha infettato circa 160 milioni di persone. Praticamente in ogni paese del mondo. E ha ucciso 3,34 milioni, sebbene queste cifre siano quasi certamente sottostimate.

Secondo gli esperti, per porre fine alla pandemia, entro settembre i paesi ricchi del mondo dovranno provvedere ai più poveri con almeno 1 miliardo di vaccini anti-Covid e altri due miliardi entro la fine del 2022.