Covid, chi è il paziente zero italiano? L’Oms alla ricerca di una misteriosa donna già positiva nel novembre 2019

di Caterina Galloni
Pubblicato il 18 Luglio 2021 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
paziente zero italiano

Covid, chi è il paziente zero italiano? L’Oms alla ricerca di una misteriosa donna già positiva nel novembre 2019 (foto ANSA)

E’ caccia al “paziente zero” Covid 19 italiano: da un campione di epidermide di una 25enne di Milano, è stato rilevato che aveva contratto il virus settimane prima che esplodesse l’epidemia a Wuhan. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, le autorità sanitarie non hanno idea della sua identità poiché il medico che l’ha curata è deceduto.

Oms alla ricerca di una donna italiana, forse lei è paziente zero

Un team guidato dall’Organizzazione mondiale della sanità, che studia le origini del Covid-19, ha rivolto la propria attenzione al caso della misteriosa donna italiana. A novembre 2019, la 25enne si era recata in un ospedale di Milano lamentando mal di gola e lesioni cutanee, un mese prima che il Covid-19 fosse identificato a Wuhan.

Una ricerca pubblicata nel gennaio di quest’anno ha scoperto che quando sei mesi dopo è stato analizzato un campione di epidermide della donna erano presenti tracce del virus. Gli scienziati ritengono che il caso della donna indichi che il virus stava circolando in Cina e altrove molto prima che esplodesse il primo cluster al mercato del pesce Huanan di Wuhan nel dicembre 2019. 

Ulteriori studi sul caso potrebbero aiutare a determinare una cronologia della diffusione precoce del virus. Il problema è che nessuno conosce l’identità della donna.

Paziente zero a Milano ma non si conosce identità

Il Wall Street Journal ha riferito che le strutture sanitarie che hanno curato la paziente – il Policlinico di Milano e l’Università degli Studi di Milano – sostengono di non avere nessun dettaglio. Raffaele Gianotti, il dermatologo che l’ha curata, è morto a marzo pochi giorni prima dell’intervento dell’OMS.

Il team ha richiesto ulteriori ricerche sulla paziente e ha raccomandato di cercare possibili casi di Covid-19 in altri paesi, precedenti al primo caso confermato di Wuhan.

Il team dell’OMS ha inoltre chiesto alle banche del sangue di diversi paesi di testare dei campioni risalenti alla fine del 2019 per evidenziare la presenza di anticorpi contro il coronavirus.

Diversi studi hanno indicato che le persone sono state infettate dal Covid-19 prima che venissero segnalati i primi contagi del virus nei loro paesi ma il caso della donna italiana rimane uno dei più interessanti.

Nel giugno 2020, un esame del sangue prelevato dalla paziente è risultato positivo agli anticorpi del coronavirus. Mesi prima, il 10 novembre 2019, alla donna era stato prelevato un campione di epidermide da Gianotti.

Riscontrata presenza del Covid a novembre 2019

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, all’inizio del 2020, quando la pandemia ha colpito l’Italia, Gianotti aveva esaminato i campioni di epidermide alla ricerca di una qualsiasi traccia del Covid-19.

Ha condotto due test sul campione di epidermide della donna che hanno rilevato la proteina spike e il guscio protettivo, ma il campione era molto degradato ed era impossibile effettuare un terzo test fondamentale.

Il test avrebbe permesso a Gianotti di sequenziare geneticamente il virus, fornendo una conferma ancor più definitiva che la donna avesse effettivamente contratto il Covid-19. Avrebbe inoltre permesso ai ricercatori di fare un confronto con i casi provenienti dalla Cina.

Massimo Barberis, coautore della ricerca con Gianotti, al Wall Street Journal ha spiegato che l’identità della donna rimane un mistero e ritiene che tra i ricercatori stia svanendo l’interesse per capire come è iniziata la pandemia. Nonostante ciò la ricerca sull’origine del Covid-19 va avanti.