Cuba, morto lo scrittore Carlos Franqui

Pubblicato il 17 Aprile 2010 - 18:21 OLTRE 6 MESI FA

Carlos Franqui

Lo scrittore e giornalista cubano Carlos Franqui, uno dei protagonisti della Rivoluzione cubana divenuto poi critico nei confronti del castrismo e perciò costretto all’esiliò dal 1968, è morto a Porto Rico all’eta di 88 anni.

La notizia del decesso, avvenuto ieri a causa di problemi respiratori, è stata diffusa negli Stati Uniti. Nato nel 1921 a Cifuentes (Las Villas, nel centro dell’isola), Franqui fa parte negli anni Cinquanta di diversi movimenti letterari e artistici, stabilendo amicizia con lo scrittore Guillermo Cabrera Infante e l’artista Wifredo Lam. Critico con il governo di Fulgencio Batista, dopo essere stato torturato e incarcerato è esiliato in Messico e negli Stati Uniti.

Ha poi aderito al Movimento 26 luglio diretto da Fidel Castro, con il quale è stato sulla Sierra Maestra come direttore del giornale clandestino della guerriglia Revolucion e dell’emittente Radio Rebelde. Al trionfo della Rivoluzione nel 1959 ha continuato a dirigere Revolucion, diventato giornale ufficiale, prima di essere licenziato nel 1962 per aver mantenuto un pensiero indipendente dal governo.

E’ poi partito in Europa come una sorta di ambasciatore non ufficiale del governo nelle arti e la cultura, facendo la conoscenza di artisti e intellettuali come Pablo Picasso, Juan Mirò o Jean-Paul Sartre. I problemi con il governo per la sua posizione critica lo portarono a stabilirsi con la sua famiglia in Italia.

Nel 1968 ha rotto definitivamente con Castro, firmando una lettera in cui condannava l’appoggio cubano all’invasione sovietica della Cecoslovacchia. In esilio ha scritto opere come “Il libro dei dodici di Castro”, “Il cerchio di pietra”, “Diario della Rivoluzione cubana”, “I miei anni con Fidel”.

Agli inizi degli anni Novanta si è stabilito a Porto Rico, dove ha fondato la rivista ‘Carta de Cuba’, che ha diretto fino alla sua morte. «So che la storia sarà molto severa con quella rivoluzione, partorita da un’altra dittatura, nata da frustrazioni, ingiustizie e mancanza di libertà, che sembrava mito e sogno e che diventò barbarie insalvabile», ha scritto Franqui.