Darfur, rapiti tre operatori di Msf tra cui un medico italiano

Pubblicato il 12 Marzo 2009 - 15:05 OLTRE 6 MESI FA

Tre impiegati della sezione belga di Medici senza frontiere  sono stati rapiti in Darfur, regione del Sudan occidentale in preda alla guerra civile. Sono un infermiere canadese, un medico italiano, Mauro D’Ascanio, e un coordinatore medico francese, che lavorano per la sezione belga di Msf.

In un primo tempo sembrava che gli autori del rapimento fossero i ribelli del Jem (Justice and Equality Movement), poi però con il passare delle ore si è capito che si tratta di un’azione di banditismo.

Con un comunicato interno inviato via e-mail a tutte le Ong di stanza in Sudan, l’agenzia delle forze di pace delle Nazioni Unite, Unamid,  ha precisato che per i tre stranieri sarebbe stato chiesto un riscatto. “I tre sono vivi e si sta lavorando per liberarli”, afferma il governo sudanese.

La presenza di un nostro connazionale tra i sequestrati è stata confermata anche dalla Farnesina che ha chiesto il massimo riserbo per “non intralciare gli sforzi intrapresi per assicurare l’incolumità dell’ostaggio e favorire la positiva conclusione della vicenda”.

“Per ora possiamo solo confermare che il rapimento è effettivamente avvenuto, ma non possiamo dare dettagli – aggiunge il portavoce dell’organizzazione in Belgio, Koen Baetens – Gli accertamenti sono ancora in corso e nelle prossime ore sapremo di più”.

Kamal Saiki, portavoce delle forze di pace dell’Unamid ricostruisce così il blitz: “Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione ieri attorno alle 20 (18 in italia) negli uffici di Msf-Belgio a Saraf Umra, circa 200 chilometri a ovest di El Fasher. Si tratta della prima volta, per quanto ne sono a conoscenza, che operatori umanitari internazionali vengono rapiti in Darfur“.

Le sezioni Msf di Francia e Olanda sono state espulse dalla regione occidentale sudanese la scorsa settimana insieme a un’altra decina di Ong, dopo che la Corte penale internazionale dell’Aia ha spiccato un mandato di arresto contro il presidente Omar Al Bashir per crimini di guerra e contro l’umanità.

«Non ci hanno mai contestato un’accusa precisa – ha detto in una conferenza stampa a Nairobi il direttore generale di MSF Olanda Hans Van De Weerd – abbiamo saputo dalla stampa che ci imputano di aver collaborato con la Corte Penale Internazionale. Non è vero».

In Sudan sono rimaste le sezioni belga, svizzera e spagnola di Medici Senza Frontiere.