Datagate, Gb spia tutto il mondo sui cavi di fibra ottica e collabora con Nsa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Giugno 2013 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA
Datagate, Gb spia tutto il mondo sui cavi di fibra ottica e collabora con Nsa

Edward Snowden, la “talpa” dello scandalo Datagate

LONDRA – Dopo Prism, ci fu Tempora: nome in codice del programma di spionaggio dell’intelligence britannica Gchq, rivelato nei nuovi documenti portati alla luce da Edward Snowden e pubblicati sul quotidiano britannico Guardian. Lo scandalo Datagate si allarga oltreoceano e coinvolge l’agenzia di intelligence britannica Gchq che, secondo le nuove “soffiate” di Snowden, avrebbe intercettato in segreto ”grandi quantità” di dati internet e chiamate telefoniche allecciandosi ai cavi in fibra ottica di tutto il mondo e le avrebbe poi condivise con l’agenzia americana Nsa.

La Gchq col programma chiamato Tempora sarebbe in grado di passare al dettaglio comunicazioni e dati degli ultimi 30 giorni. Secondo Snowden intervistato dal Guardian ha parlato del “più vasto programma di sorveglianza indiscriminata nella storia dell’umanità”. ”Non è solo un problema degli Usa. La Gran Bretagna ha un ruolo molto importante in questa lotta”. ‘‘Loro (i britannici, ndr) sono peggiori degli americani’‘, ha aggiunto la ‘gola profonda’.

L’ambizione del programma di spionaggio a livello globale portato avanti dal Regno Unito emergerebbe dal nome scelto per uno dei documenti rivelati da Snowden, chiamato ‘Mastering the Internet‘ (dominare internet). L”orecchio” della Gchq sarebbe in grado di carpire di tutto, dalle telefonate, ai ‘post’ pubblicati su Facebook, ai testi delle e-mail, perfino all’attività svolta su internet.

Il quotidiano britannico ritiene che, nell’ambito della collaborazione con le autorità Usa, un totale di 850mila dipendenti della Nsa e contractor privati abbiano avuto accesso ai database dell’agenzia britannica. I documenti rivelano inoltre che lo scorso anno la Gchq era in grado di gestire 600 milioni di “eventi telefonici” al giorno, era collegata a oltre 200 cavi in fibra ottica con la capacità di processare in contemporanea i dati provenienti da almeno 46 cavi.

Dal canto suo, l’agenzia di intelligence non vuole commentare su quanto emerso ma continua a ribadire di essere stata ”scrupolosa” nel rispetto della legge.

Si tratta di rivelazioni che ora aggiungono nuove pressioni anche sul premier britannico David Cameron che dovrà dare rassicurazioni sul modo di raccolta dei dati, proprio mentre il presidente Barack Obama, per cercare di riparare almeno i danni di immagine causati dal Datagate, ha promosso una riunione con un organismo indipendente che si occupa di tutela della privacy.

Le conseguenze delle rivelazioni di Snowden continuano ad allargarsi a macchia d’olio e potrebbero arrivare fino all’Onu, grazie anche ad una iniziativa che con tono di sfida parte da Mosca. Il deputato russo Ruslan Gattarov, capo della Commissione per lo sviluppo della società dell’ informazione, intende infatti rivolgersi alle Nazioni Unite, affinche’ si facciano garanti di Internet: ”In modo che tutti, non solo gli Stati Uniti, abbiano accesso all’interruttore generale”, ha detto, riferendosi all’accesso dell’intelligence Usa ai server di giganti come Google, Facebook, Twitter e Microsoft.

La Casa Bianca finora non ha minimamente commentato. Per lanciare un segnale ha comunque fatto sapere che, per la prima volta da quando è presidente, Obama si siede al tavolo con i cinque membri del Privacy and Civil Liberties Oversight Board, continuando così l’offensiva per mostrare che la sorveglianza  di telefoni e internet da parte degli 007 è ”’trasparente” e assolutamente legale, almeno sul piano nazionale.

Frattanto, continuano le indagini a tutto campo attorno a Snowden. Nel mirino ora è finita anche una azienda, la Usis, contractor, incaricata nel 2011 di compiere i controlli sul passato del giovane tecnico informatico prima che egli potesse ottenere il nulla osta necessario per accedere a informazioni riservate e segrete del governo americano.

E proprio da Hong Kong Snowden potrebbe presto partire. Per lui è già pronto un aereo privato in un non meglio precisato aeroporto della Cina, ha fatto sapere un imprenditore islandese, Olafur Sigurvinsson, proprietario di un’azienda in contatto anche con Wikileaks, la DataCell. L’Islanda è stata peraltro una delle possibili destinazioni che Snowden stesso aveva citato sin dall’inizio. ”Tutto e’ pronto, dobbiamo solo aspettare una conferma dal ministero degli interni” dell’Islanda, ha detto, aggiungendo che Snowden potrebbe partire anche domani. ”Ma prima dobbiamo avere una conferma sull’asilo e che non sara’ estradato negli Usa”. Il suo scopo, ha aggiunto, è quello di ottenere la cittadinanza.