Dichiarata morta da dottori ma dopo 2 ore respira ancora…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2015 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Dichiarata morta da dottori ma dopo 2 ore respira ancora...

Dichiarata morta da dottori ma dopo 2 ore respira ancora…

NEW YORK – Diana Rodriguez è rimasta per 2 ore in terra e dichiarata morta dai paramedici del Jamaica Hospital di New York, ma respirava ancora. I medici arrivati nella sua casa, dove si era sparata un colpo di fucile alla testa, e ne hanno dichiarato il decesso,  ma quando gli agenti della polizia sono giunti per i rilievi del caso si sono accorti che Diana respirava ancora. Subito la donna è stata portata in ospedale, ma è morta per la gravità delle ferite dopo alcune ore di agonia.

Federica Macagnone sul Messaggero racconta la storia di Diana, 32 anni e che da tempo soffriva di disturbo bipolare. Proprio durante una crisi depressiva lo scorso giovedì 12 novembre la giovane ha chiamato il fidanzato, che si trovava in Ohio, e ha annunciato di volersi uccidere. Poi lo sparo in diretta telefonica e il terrore. L’uomo ha dato l’allarme e i soccorsi sono scattati:

“I primi ad arrivare sono stati i sanitari del Jamaica Hospital: hanno visto Diana accartocciata sul pavimento con un colpo alla testa e il fucile accanto. A quel punto l’errore fatale: non sentendo il battito della donna, l’hanno dichiarata morta. Sono stati gli agenti di polizia, ben oltre le 10, ad accorgersi che Diana respirava ancora: i paramedici sono stati richiamati, sono arrivati alle 10.40 e hanno portato la donna in ospedale, dove sono giunti alle 11, ben due ore dopo il loro primo intervento.

Alle 20 Diana è morta: si sarebbe potuta salvare senza quelle due ore di “buco” in cui è rimasta senza cure perché dichiarata deceduta? E’ quello che dovrà stabilire l’inchiesta che è stata aperta sulla vicenda, anche se sarà estremamente difficile trovare una risposta certa. Nel frattempo il fidanzato di Diana è stato denunciato per detenzione illegale di armi: il fucile con cui si è sparata la donna era suo. E i parenti della vittima annunciano battaglia: quell’errore dei paramedici li perseguiterà per tutta la vita”.