Dieci regole per accogliere gli alieni: gli ufologi a convegno a Washington

Pubblicato il 25 Aprile 2013 - 15:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ci scontreremo o fraternizzeremo con gli alieni? Sarà una guerra o uno scambio di conoscenze? Potremmo addirittura mischiarci, in un inusitato mix di razza umana e aliena? L’incontro tra umani e alieni potrebbe essere alle porte e per non essere impreparati un apposito convegno a Washington, la prossima settimana, dovrà stabilire come e chi potrà fraternizzare con gli abitanti degli altri pianeti. Il contributo italiano al convegno, cui parteciperà Roberto Pinotti del Cun (Centro ufologico nazionale), sarà rappresentato da un decalogo per ora assolutamente top secret.

Dieci regole per “accogliere” gli alieni di passaggio sulla Terra. Spiega Flavio Vanetti sul Corriere della Sera:

I protocolli, che il Cun ha registrato per farli diventare qualcosa di ufficiale e di consolidato, si sforzano di offrire una visione non bellicosa dell’interlocutore extraterrestre, nel tentativo di aiutare l’uomo di fronte alla novità. Analizzano così l’aspetto psicologico (in termini individuali, di costume e di società); la questione biologica (contrasto o fraternizzazione a livello psicofisico e, al limite, meticciamento?); la necessità di passare dalla «tabula rasa» (lo smantellamento delle nostre certezze in vari campi) all’«effetto spugna» per apprendere il massimo dagli Alieni, presumibilmente più avanzati di noi; trattano lo shock culturale che vivremmo, l’impatto del contatto sulle economie, sugli scenari politici, sulle religioni; ipotizzano la squadra di persone – autorità, politici, scienziati, uomini di cultura, esponenti di varie categorie professionali e sociali – che dovrà gestire il primo dialogo. Nessuno aveva ancora pensato a un documento del genere. «Tra le caratteristiche dell’uomo – conclude Pinotti – c’è, ahimé, pure la tendenza a farsi trovare impreparato davanti agli eventi straordinari. In un caso come questo, il disorientamento potrebbe risultare devastante. Viceversa, un contatto di massa, seppur sconvolgente, ci offrirebbe un’inusitata e storica opportunità di sviluppo».