Domenico Giani, il Capo della Gendarmeria Vaticana verso l’addio dopo la fuga di notizie su Vatileaks 3

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2019 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Domenico Giani, il Capo della Gendarmeria Vaticana verso l'addio dopo la fuga di notizie su Vatileaks 3

Il Comandante Giani al fianco di Papa Francesco sulla Papamobile (Foto Ansa)

ROMA – Il Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, si appresta a lasciare il suo incarico. Secondo quando riferisce l’AdnKronos, il capo della sicurezza avrebbe già rassegnato le dimissioni proprio nelle mani di Papa Francesco, dopo un colloquio con il Santo Padre. Ma per l’ufficialità bisogna attendere il comunicato definitivo della sala stampa vaticana.

Le stesse fonti vaticane spiegano all’AdnKronos che per Giani, capo della sicurezza con Ratzinger prima e con Bergoglio poi, a San Pietro si sta studiando una via di uscita onorevole dopo 20 anni di onorato servizio. Tant’è che anche ieri, domenica 13 ottobre, Giani era al fianco di Papa Francesco in piazza San Pietro, scortandolo in mezzo alla folla.

All’origine delle dimissioni, ci sarebbe la divulgazione alla stampa di notizie e documenti interni, compreso un ordine di servizio con tanto di foto segnaletiche delle persone sottoposte a indagine, dopo le presunte operazioni finanziarie effettuate anche all’estero ((l’acquisto di un immobile da 200 milioni nel centro di Londra) da alcuni uffici della segreteria di Stato. L’inchiesta aveva già portato a inizio mese alla sospensione di cinque addetti, quattro laici e un monsignore. 

La dura condanna con cui il Papa ha bollato la diffusione della “disposizione di servizio” della Gendarmeria vaticana, con tanto di foto dei cinque funzionari sospesi, ha fatto tremare più di una poltrona. “La sua gravità – ha detto Francesco – è paragonabile ad un peccato mortale, poiché lesivo della dignità delle persone e del principio della presunzione di innocenza”.

Quello che si respira Oltretevere è a tutti gli affetti un nuovo caso Vatileaks, che potrebbe avere effetti dirompenti. Posto che sia difficile per l’inchiesta interna risalire a chi ha passato il documento alla stampa – al giornalista Emiliano Fittipaldi dell’Espresso, uno dei protagonisti con Gianluigi Nuzzi del secondo Vatileaks – non è escluso che alla fine a pagare possa essere lo stesso firmatario dell’ordinanza, il Comandante Giani, dopo venti anni di onorato servizio come “angelo custode” del Papa.

All’apparenza sereno, il capo della gendarmeria viene descritto da chi gli è vicino come molto amareggiato dall’accaduto, con la sensazione di pagare eventualmente per gli errori di altri, rivendicando la sua fedeltà al Pontefice. Alle viste potrebbe esserci il passaggio a un organismo internazionale, come già si era detto anni fa. Intanto, a Stanze Vaticane di Tgcom 24, il cardinale Angelo Becciu, prefetto per le Cause dei santi ed ex sostituto alla Segreteria di Stato, ha commentato la vicenda. “Non sappiamo chi abbia diffuso il documento, ma esprimo il mio rammarico perché sto constatando che all’interno del Vaticano sta venendo meno il senso di appartenenza e di lealtà. Sta venendo meno il senso di fedeltà verso delle Istituzioni per le quali abbiamo giurato”, ha affermato.

“Bisogna essere leali, venir meno a questi principi provoca dei danni e soprattutto dovrebbe provocare grande scrupolo e grande rimorso in chi lo compie”. “All’inizio del lavoro in Vaticano si giura per la salvaguardia del segreto, dei documenti e di quello che fai”, ha ricordato.

Fonte: AdnKronos, Ansa