Droga/ In Thailandia un centro di recupero per tossicodipendenti e alcolisti fa tendenza. Ci si è curato anche Pete Doherty

Pubblicato il 14 Agosto 2009 - 20:21| Aggiornato il 17 Agosto 2009 OLTRE 6 MESI FA

vomitoUn centro di riabilitazione per tossicodipendenti e alcolisti nel cuore della Thailandia che, grazie a cruente “sedute di vomito” e classi di meditazione ha fatto scuola e oggi accoglie moltissime persone da tutto il mondo, anche i vip. Il centro in questione è il monastero di Thamkrabok che nacque nel 1959 per aiutare le popolazioni locali a combattere la dipendenza dall’oppio.

In tutti questi anni si è trasformato in un centro dove, con tecniche “naturali” e senza ricorrere a farmaci, si riesce, in moltissimi casi, a far uscire dal giro tossicodipendenti e alcolisti senza l’aiuto di nessun farmaco.

Per questo solo nel 2006 il monastero ha visto passare 427 pazienti, un numero molto alto che nei prossimi anni potrebbe aumentare fino a 580 e 653 persone. Tanto che il primo semestre del 2009 ha già visto registrarsi 482 tossicodipendenti.

Un successo  mondiale, testimoniato anche dal fatto che di qua è passato a curarsi nel 2004 il musicista ed ex compagno di Kate Moss, Pete Doherty che però è scappato dopo appena tre giorni di cure.

La pratica obbligatoria per i “ricoverati”, infatti, è quella non proprio simpatica del vomito indotto. In fila, uno vicino all’altro con davanti la propria scodella di latta, ai pazienti viene fatta mangiare una speciale mistura di erbe (la ricetta la conoscono solo l’abate e il capo farmacista del monastero) che provocano un vomito violento. Il tutto si svolge mentre, alle spalle dei malati, i monaci li incitano a purificarsi cantando, ballando e suonando dei tamburelli.

Ed è proprio la purificazione del corpo dalle droghe il motivo di queste sedute di “vomito collettivo”, che dovrebbero alleviare le crisi d’astinenza. Ma non finisce qui. La terapia offerta dai monaci, completamente gratuita, offre anche un’assistenza spirituale che è in realtà la base della buona riuscita della cura.

Ogni paziente deve fare un voto spirituale, un “saija”, con il quale si impegna ad allentare per sempre dalla propria vita alcol e droga, successivamente, dopo i primi cinque giorni di vomito indotto, rimane nel monastero per 15 giorni e lì impara le tecniche spirituali di rilassamento e di riconciliazione con il proprio spirito.

In più ogni giorno fa bagni a base di erbe e classi di meditazione gestite da uno dei monaci, un ex uomo d’affari francese alcolista noto come Phra (monaco) Erik che anni fa si andò a curare nel convento perché era la sua ultima spiaggia e poco dopo, guarito, decide di rimanere e fare il monaco.