Dubai contro i body scanner, in aeroporto la privacy vince sulla sicurezza contro il terrorismo

Pubblicato il 18 Luglio 2010 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA

Le autorità di Dubai vietano i body scanner, sancendo la vittoria della “moralità” sulla sicurezza. Gli scanner, che permettono agli addetti alla sicurezza di vedere sotto i vestiti dei passeggeri, non verranno introdotti nei trafficatissimi hub dell’emirato perché «non in linea con i costumi e con l’etica nazionale», riportano le cronache del Paese.

«Non penso sia necessario per noi adottare questa tecnologia, stiamo già usando altri sistemi che hanno sempre funzionato in passato» ha dichiarato Ahmed bin Thani, responsabile per la sicurezza aeroportuale della Polizia di Dubai.

Il deciso “no” dell’emirato potrebbe generare un’ondata di rifiuto in altri Paesi del Medio Oriente, dall’Oman ad Abu Dhabi, che rappresentano oggi una delle aree con il traffico aereo a crescita più rapida del pianeta.

Criticati anche dal Papa, che ha sottolineato come «la dignità umana vada comunque preservata», gli scanner stanno scatenando reazioni negative anche negli Stati Uniti, dove sono in corso numerose battaglie legali fondate per lo più sul rispetto della privacy.

Tutto ciò potrebbe minare il piano della Transportation Security Administration (TSA) americana, che prevedeva di installare mille scanner entro la fine del 2011.

L’agenzia, creata nel 2001 dopo gli attacchi dell’11 settembre, ha cominciato a premere per l’introduzione degli scanner nel dicembre scorso, dopo un tentato attacco su Detroit. Da allora, anche il Regno Unito, l’Olanda e l’Italia hanno seguito gli Stati Uniti, limitando però l’uso degli scanner ad alcuni particolari voli.

Il mese scorso la commissione per i diritti umani della Corea del Nord ha invitato il governo a cancellare un analogo progetto, temendo un’eccessiva violazione della privacy dei passeggeri.