Ebola, psicosi e interessi. Mea culpa Oms, Big Pharma non fa vaccini per l’Africa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Ottobre 2014 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Ebola, psicosi e interessi. Mea culpa Oms, Big Pharma non fa vaccini per l'Africa

Ebola, psicosi e interessi. Mea culpa Oms, Big Pharma non fa vaccini per l’Africa

ROMA – Ebola, psicosi e interessi. Mea culpa Oms (“Corruzione”), Big Pharma non cura l’Africa. L’infermiera spagnola Teresa Romero, colpita dall’Ebola, non mostra più presenza del virus nel sangue. Una buona notizia sul fronte della lotta alla malattia, che giunge nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità ha ammesso errori e miopia nell’affrontare l’emergenza. Il mea culpa è stato intonato anche dall’ospedale di Dallas (“eravamo impreparati”) dove è stato ricoverato il paziente liberiano “zero” e contagiata l’infermiera Nina Pham. Anche Obama chiede scusa e annuncia la classica task-force guidata militare dall’inevitabile “zar” delle attività di contrasto e chiede più fondi per circoscrivere il contagio in Africa.

Intanto Ebola continua a monopolizzare i programmi televisivi americani alimentando la psicosi. In pochi prendono sul serio il parere di voci autorevoli ed esperte che consigliano di spegnere la tv e piuttosto andare a farsi vaccinare per la più comune influenza: non fa notizia, ma al momento è un  pericolo vero, immediato e che causa, quando va bene, di 3mila morti l’anno, quando va male 50mila. Del resto, per ogni pandemia che si affaccia a spaventare gli occidentali terrorizzati dal contagio, si chiami Sars, aviaria, o Ebola, la risposta del pubblico americano è invariabilmente la stessa: panico subito, appena la malattia declina indifferenza totale.

Lo sottolinea anche Frank Bruni sul New York Times (“We Americans do panic very well”), proprio mentre ricorda le malattie, virali e non, che quotidianamente fanno strage ma non notizia (quanti si attengono alle procedure anti-cancro, tipo evitare la tintarella, al cospetto di milioni i di casi di tumore della pelle?). Dietro il panico, senza scomodare chissà quali complotti, si nascondono anche altri interessi. Le ammissioni di colpa della Oms (World health organization) dovrebbero suonare come una implicita ammissione di fallimento, laddove burocrazia e corruzione (in particolare per  la menzione della corruzione alla base delle nomine in Africa) minano alla radice la possibilità di attivare protocolli standard di contrasto (la “povera” Nigeria, ci è riuscit da sola, ed è un’altra buona notizia, insieme al Senegal).

Non va dimenticato che ad ogni annuncio di pandemia, l’Oms automaticamente, grazie all’effetto psicosi, vede incrementare la sua dotazione finanziaria, siano gli Stati o gli enti di beneficenza privati (Bill Gates su tutti) a provvedere. La psicosi è un buon investimento anche per Big Pharma (metà delle case farmaceutiche di peso è americana). Per un motivo semplice: saranno redditizie quelle ricerche e, soprattutto le verifiche sperimentali sull’uomo, che conducono a farmaci destinati alla clientela occidentale. Ma non un vaccino che può essere impiegato anche una sola volta e, soprattutto, a basso costo perché destinato esclusivamente a popolazioni povere non in grado di accedervi altrimenti.

Avremmo potuto spingere lo sviluppo del vaccino sintetico di Ebola dieci anni fa. Avevamo le conoscenze scientifiche ma abbiamo deciso di non proseguire. Perché? Non eravamo noi le persone che si ammalavano. (Rob Carlson, autore di “Biology is Technology” che ha pubblicato diversi saggi su ingegneria genetica e vaccini, tratto dal New Yorker)