Edward Snowden, Ecuador: “Asilo sul nostro territorio”. L’ambasciata a Mosca?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Giugno 2013 - 01:30 OLTRE 6 MESI FA
Edward Snowden, Ecuador: "Asilo sul nostro territorio". L'ambasciata a Mosca?

(Foto LaPresse)

NEW YORK – L’Ecuador apre all’asilo per Edward Snowden, la talpa del Datagate che si trova ancora nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca. Nei giorni scorsi il trentenne ex agente americano, sul quale gli Stati Uniti vorrebbero volentieri mettere le mani, aveva chiesto asilo a Quito.

E giovedì sera, dopo molti tentennamenti, è arrivata la risposta del presidente ecuadoriano Rafael Correa. “Gli daremo asilo – ha annunciato Correa –  ma solo quando arriverà su ”territorio” ecuadoriano. Poi ha specificato: “E’ qualcosa che in principio non abbiamo esaminato, ma probabilmente lo faremo. Per il momento lui è in Russia“.

Termine usato forse non a caso, dal momento che territorio ecuadoriano sono anche le varie ambasciate e i consolati del Paese nel mondo. Insomma, per Snowden potrebbe riproporsi un altro caso Assange, la mente di Wikileaks chiuso ormai da più di un anno nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.

Per la talpa del Datagate, l’ambasciata nella quale rifugiarsi potrebbe essere quella di Mosca. Per ora la talpa del Datagate è ancora nel ‘limbo’ dello scalo moscovita e non c’è alcuna indicazione su quando potrà partire. Il presidente americano, il comandante in capo, non intende far decollare i caccia per intercettarlo in volo. Lo ha detto lo stesso Barack Obama, ammettendo tuttavia di essere ”preoccupato per altri documenti che potrebbe avere. E’ per questa ragione che vorremo avere il signor Snowden sotto custodia”.

Le conseguenze della maggior fuga di notizie nella storia dei servizi di informazione Usa inseguono Barack Obama fino in Senegal e in una conferenza stampa a Dakar ad una domanda, con una certa ironia ha risposto: ”No, non farò decollare i jet per prendere un hacker di 29 anni”. Obama ha anche detto di non aver chiamato né il presidente cinese Xi Jinping, né il presidente russo Vladimir Putin per fare pressioni e ottenere l’estradizione della talpa.

Non lo ha fatto, ha detto, ”perché non dovevo” e perché ”abbiamo molte questioni che portiamo avanti con Cina e Russia e non intendo avere un caso di un sospetto di cui stiamo tentando di avere l’estradizione elevato al punto che io debba iniziare a fare intrallazzi e a mercanteggiare con altre questioni per far si’ che possa essere essere portato davanti alla giustizia”.

”Stiamo usando i regolari canali legali che usiamo per avere l’estradizione di qualcuno”, ha detto ancora, aggiungendo di aspettarsi che ”la Russia e altri Paesi che hanno parlato della possibilita’ di fornire asilo al signor Snowden riconoscano che fanno parte della comunita’ internazionale e che dovrebbero attenersi alla legge internazionale”. Di fatto, un monito all’Ecuador, che pur non ha nominato esplicitamente, e che oggi ha di nuovo smentito di aver fornito una sorta di salvacondotto a Snowden affinche’ possa viaggiare. Univision, un canale televisivo di lingua spagnola basato negli Usa, ha pubblicato sul suo sito la copia di un documento rilasciato dal consolato ecuadoriano a Londra in cui si legge che esso permette ”al suo detentore di viaggiare verso il territorio dell’Ecuador in vista di un asilo politico”.