Edward Snowden giura fedeltà alla Russia e ottiene il passaporto, per gli Usa “non cambia nulla”

Edward Snowden, nel 2013 decise di violare le sue consegne professionali e di desecretare migliaia di documenti top secret. Subito dopo essersi licenziato da contractor dell'Nsa, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana.

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2022 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA
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Edward Snowden giura fedeltà alla Russia e ottiene il passaporto (foto Ansa)

Edward Snowden nove anni fa rivelò documenti segretissimi sulle intrusioni nella vita privata da parte delle agenzie d’intelligence di tutto il mondo. Due anni dopo aver ottenuto la residenza permanente in Russia e tre mesi dopo dopo essere diventato cittadino russo, l’esperto informatico ed ex consulente dell’Nsa ha pagato il prezzo dell’asilo. Il primo dicembre – ma la notizia è trapelata il giorno dopo – ha giurato la sua fedeltà alla Federazione russa. In cambio ha ottenuto il passaporto che gli mancava da quasi 10 anni.

Edward Snowden giura fedeltà alla Russia per ottenere il passaporto

Un traguardo che non era probabilmente quello che Snowden avrebbe scelto. Nel 2013 decise di violare le sue consegne professionali e di desecretare migliaia di documenti top secret. Subito dopo essersi licenziato da contractor dell’Nsa alle Hawaii, l’allora trentenne Snowden volò a Hong Kong. Qui fece le sue rivelazioni alla fine di maggio. Inseguito a breve giro da mandato di cattura emesso il 21 giugno 2013 dal Dipartimento di Giustizia Usa per violazione della legge sullo spionaggio e per furto di proprietà governative, Snowden s’imbarcò per Mosca. Un semplice scalo verso Cuba e poi l’Ecuador, al quale voleva chiedere asilo. Ma la sua corsa si fermò all’aeroporto moscovita di Sheremetyevo, dove gli agenti gli tolsero il passaporto. Il governo degli Stati Uniti nel frattempo glielo aveva annullato. Rimase in una sorta di limbo per oltre un mese, prima che le autorità russe gli concedessero – anche in funzione anti-americana – un permesso di soggiorno con diritto d’asilo per un anno, che poi divenne di due, eccetera.

Presidente della Freedom of the Press Foundation

Nel 2016 fu nominato presidente della Freedom of the Press Foundation, ong di San Francisco dedita a proteggere la libertà di parola e la tutela dei giornalisti. Nel 2019 presentò online il suo libro autobiografico Permenent Record, che diede forma alle sue rivelazioni sulla sorveglianza segreta e la libertà individuale, pubblicato dalla newyorkese Metropolitan Books. Da aspirante cittadino russo, ha continuato a lavorare nel campo dell’IT e ha sposato Lindsay Mills con la quale ha avuto due figli. In un’intervista dell’ottobre 2018 disse: “In Russia non posso dire di essere al sicuro. Ma la vera domanda è: questo è importante? Non mi sono fatto avanti per stare al sicuro. La Russia – disse – non è casa mia, è il mio luogo di esilio”.

Le rivelazioni di Snowden

Le rivelazioni del ‘whistleblower’ Snowden, che disse di aver così finalmente liberato la sua coscienza, dopo averci lottato per anni da addetto all’intelligence, aprirono un vaso di Pandora sulle molte e variegate sfaccettature dei programmi di sorveglianza globale, senza confini nazionali. Cose che nel 2013 erano solo oggetto di congetture e di sui si sapeva pubblicamente poco o nulla. Tirò in ballo non solo l’Nsa, per la quale lavorava, ma anche l’alleanza d’intelligence dei Five Eyes (fra Usa, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda). Parlò di varie compagnie di telecomunicazioni, accusati di intrusioni indebite nelle vite delle persone, per motivi leciti e illeciti, comunque senza permesso. Snowden fece le sue rivelazioni a un pool di giornalisti e le sue storie apparvero sul Guardian, sul Washington Post e altri giornali. Il numero dei file segreti pubblicati resta incerto, ma si stima che siano fino a 200.000 solo per gli Stati Uniti e un numero che oltrepassa il milione e mezzo in totale.

Usa: “Snowden cittadino russo? Per noi non cambia nulla”

 Per gli Usa la concessione della cittadinanza russa all’ex analista della Nsa Edward Snowden “non cambia nulla”. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, assicurando che la giustizia americana continuerà a perseguirlo per la diffusione di informazioni classificate.