Egitto, Aten, la “città d’oro perduta”: metropoli di 3mila anni fa scoperta a Luxor, nella valle dei Re

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2021 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA
Egitto, Aten città perduta

Egitto, Aten la città perduta: eccezionale scoperta a Luxor (Ansa)

Egitto, Aten, la “città d’oro perduta”. In Egitto l’annuncio della scoperta di quello che viene descritto come il più grande insediamento urbano mai rinvenuto nel Paese, l’antica città d’oro di Aten.

“Potrebbe essere la seconda scoperta archeologica più importante mai fatta dopo il ritrovamento della tomba di Tutankhamon“, ha dichiarato Betsy Bryann, in una nota ripresa dal Washington Post.

Egitto, Aten, la “città d’oro perduta” nella valle dei Re

Bryann è professoressa di egittologia alla Johns Hopkins University e membro della missione. Come riporta la pagina Facebook del ministero delle Antichità egiziano, si tratta di una “città d’oro perduta” di quasi 3.000 anni fa.

Il ritrovamento si deve alla missione guidata dall’archeologo-star egiziano Zahi Hawass sulla sponda ovest del Nilo nella zona di Luxor, nel sud dell’Egitto.

Aten fu fondata dal faraone Amenhotep III

Si ritiene che Amenhotep III abbia fondato Aten, il faraone che governò l’Egitto dal 1391 al 1352 a.C., diventando in breve tempo il più importante insediamento amministrativo e industriale dell’epoca.

“La sua scoperta – ha aggiunto Bryan – ci darà nuove opportunità per capire come vivevano gli antichi egizi” in un momento in cui l’impero era al suo apice.

Strade, resti di abitazioni addossate alle strade stesse, cimiteri, tombe tagliate nella roccia, le testimonianze di laboratori industriali per la filatura e la ceramica…

Come spesso avviene, per eterogenesi dei fini, gli archeologi si erano messi sulla falsa pista del tempio mortuario del faraone Tutankhamon. Da settembre scorso hanno cominciato le perlustrazioni concentrando gli scavi in una zona circoscritta tra i templi del faraone Ramses III e di Amenhotep III. 

Non si aspettavano Aten, la città perduta. Quello che stava venendo alla luce “era il sito di una grande città in un buono stato di conservazione. Con mura quasi complete, e con stanze ricche di strumenti utilizzati nella quotidianità”. 

Il team di archeologi impegnati nella spedizione “ha datato l’insediamento servendosi di iscrizioni geroglifiche. Su vasi, anelli, scarabei, ceramiche e mattoni di fango che recavano incisi i sigilli del faraone Amenhotep III”.