Egitto, attentato islamista al Cairo uccide procuratore generale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2015 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA
Egitto, attentato islamista al Cairo uccide procuratore generale

(Foto Afp)

IL CAIRO – Torna a salire la tensione in Egitto. Il procuratore generale Hisham Barakat, figura chiave nei processi contro i seguaci della Fratellanza Musulmana, è stato ucciso lunedì 29 giugno al Cairo in un attentato rivendicato da una cellula vicina agli islamisti. Un vero e proprio atto terroristico proprio alla vigilia del secondo anniversario della rivoluzione del 30 giugno del 2013 che defenestrò l’allora presidente Mohamed Morsi, espressione dei Fratelli Musulmani.

L’esplosione è avvenuta intorno alle 10 di lunedì mattina. Una bomba nascosta in un’auto è stata fatta deflagrare al passaggio dell’auto del funzionario nel quartiere di Heliopolis, a est della capitale, poco dopo che il magistrato aveva lasciato la propria casa per dirigersi in ufficio.

L’esplosione è stata così potente da distruggere una decina di automobili parcheggiate e mandare in frantumi i vetri dei negozi e degli edifici del quartiere. Il magistrato è stato immediatamente ricoverato nell’ospedale di Nozha, ma ore dopo le sue condizioni sono peggiorate e i medici non hanno potuto che constatarne il decesso per una “grave emorragia interna”. Almeno nove i feriti, tra cui due agenti della scorta.

Poco dopo su Twitter il gruppo Moqawma al Sharia, una cellula poco nota ma vicina alla Fratellanza, ha rivendicato l’attentato. E immediate sono arrivate le reazione di condanna: “Barakat ha pagato con la sua vita per difendere la giustizia e il diritto”, ha affermato il premier Ibrahim Mahlab, mentre la presidenza della Repubblica ha annullato le celebrazioni in programma per il 30 giugno, in segno di lutto, definendo il procuratore un “esempio di patriottismo da seguire ed un grande uomo della magistratura”.

Al coro unanime di condanna si è associato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. L’ambasciata italiana al Cairo ha parlato di un “innalzamento della tensione nel periodo del Ramadan”, consigliando “massima cautela negli spostamenti e di evitare i luoghi sensibili”.

Quello di oggi non è il primo attentato ai danni di alti funzionari dello Stato egiziano. Il 16 maggio scorso, nel giorno in cui Morsi ricevette la sua prima sentenza di condanna a morte per evasione da un carcere, un gruppo di uomini armati legati all’Isis uccise tre giudici nel Sinai settentrionale.