Egitto, sciopero generale. Italiani bloccati: “Stiamo bene”

IL CAIRO – ”Stiamo bene. Abbiamo cibo, acqua servizi igienici e godiamo anche di una certa liberta’ nel senso che possiamo muoverci sotto sorveglianza nel palazzo degli uffici dove siamo tenuti”. E’ quanto ha detto all’ANSA Enzo Pelliconi, uno dei dirigenti della fabbrica di ceramica Cleopatra di Ain Sokhna, bloccato dagli operai in sciopero insieme ad altri sette consulenti italiani e a due spagnoli. ”Siamo in attesa che questa vicenda si possa concludere il piu’ velocemente possibile”, ha spiegato.

I consulenti, per la maggioranza provenienti dall’Emilia Romagna, sono trattenuti dagli operai della fabbrica da sabato scorso.    La priorita’, ha spiegato Pelliconi, originario di Imola, e’ che la vicenda si chiuda in sicurezza. ”Giorno piu’, giorno meno, l’importante e’ che tutto questo finisca senza rischi”. Il consulente ha spiegato che la prima fase e’ stata ”poco bella” nel senso che ”all’inizio gli operai hanno adottato una strategia della durezza per fare capire che ci potevano essere conseguenze alla loro azione. Poi col dialogo la ragione ha prevalso e i moderati hanno avuto il sopravvento sugli esagitati”, ha raccontato Pelliconi.

”Certo – ha riconosciuto – i tempi si stanno allungando e se quindi all’inizio hanno ottenuto la grancassa mediatica ora gli si potrebbe ritorcere contro perche’ si tratta comunque di un sequestro”.    Pelliconi ha raccontato che l’azione degli operai e’ arrivata un po’ come un fulmine a ciel sereno, perche’ le intese raggiunte con la proprieta’ dovevano entrare in vigore a meta’ mese. ”Questa e’ una fabbrica modernissima  ed e’ li’ che devono puntare, e’ da li’ che si aprono prospettive per chi ci lavora e per le loro famiglie”. Pelliconi ha spiegato che la fabbrica e’ rapporti di lunga data con l’Italia. ”Quando la situazione si sara’ calmata ritornero’. Non c’e’ motivo di allontanarsi”, ha detto il consulente prima di riattaccare.

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