Elizabeth Hawley è morta: addio alla “memoria” dell’alpinismo

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2018 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA
E' morta la memoria dell'alpinismo, la giornalista americana Elizabeth Hawley

Elizabeth Hawley (Foto da Facebook)

KATHMANDU – Lutto nel mondo dell‘alpinismo. E’ morta a 94 anni a Kathmandu Elizabeth Hawley, giornalista americana trapiantata da mezzo secolo in Nepal e considerata la “autorità” in grado di certificare se uno scalatore ha raggiunto la vetta di uno dei 14 Ottomila oppure no.

E’ stata lei a realizzare l’Himalayan Database, la più grande raccolta dati su quanto è avvenuto sulle montagne dell’Himalaya: nel suo ufficio, nel centro di Katmandu, custodiva informazioni sulle spedizioni che sono state impegnate sulle montagne più alte della Terra.

Originaria di Chicago, laureatasi all’università del Michigan, viveva in Nepal dal 1960 dove era giunta come giornalista (per Fortune magazine, United Press, Guardian) occupandosi soprattutto di politica e società.

Nel 1963 fu chiamata dalla Reuters per seguire la spedizione statunitense all’Everest. “Prima di montagna non sapevo nulla – diceva – preferivo il mare e la spiaggia. Ho dovuto imparare tutto”. Da allora è diventata l’archivio vivente di tutto ciò che accade sopra quota 8.000 metri.

La notizia della morte della Hawley per una grave polmonite in un ospedale di Kathmandu è stata resa nota dal ministero della Cultura nepalese. La sua fama nel mondo dell’alpinismo era tale che nel 2008 il francese Francois Damilano, dopo aver scalato il Putha Hiunchuli (7.242 metri), aveva ripreso a salire su un fianco della montagna raggiungendo un picco a 6.182 metri, da lui ribattezzato Peak Hawley.

Jeevan Shestham che ha lavorato per anni con lei per la costituzione dell’Himalayan Database, ha dichiarato al quotidiano The Himalayan Times che la famiglia è stata avvertita del decesso, ma che non c’è ancora una decisione su un eventuale rimpatrio della salma negli Stati Uniti od una sepoltura in Nepal. Fra le varie attività della Hawley, si deve segnalare infine che fino al 2010 è stata console onorario della Nuova Zelanda a Kathmandu. 

“Miss Hawley è stata la massima istanza per noi alpinisti. Chi dopo una spedizione non si presentava da lei, per documentare l’imprese, dava subito l’idea di avere qualcosa da nascondere”: Reinhold Messner ricorda così la giornalista morta all’età di 94 anni. Risale allo scorso autunno l’ultimo incontro del Re degli ottomila con l’americana. “Il suo archivio – aggiunge – era il più completo. Con grande professionalità e precisione sentiva gli alpinisti e gli sherpa e documentava ogni singola impresa. “Era una grande giornalista con una grande memoria ma anche con molta ironia”, dice Messner.