PECHINO – La tragedia del 1989 a piazza Tiananmen ''poteva essere evitata'', secondo Chen Xitong, un ex-dirigente cinese caduto in disgrazia che fino ad oggi è stato ritenuto uno dei responsabili dell'intervento dell' esercito che provocò la morte di centinaia di studenti e cittadini.
In un libro-intervista Chen, che ha 81 anni, nega di essere stato tra coloro che hanno sostenuto la ''linea dura'' contro i giovani che avevano occupato la piazza centrale di Pechino reclamando la democrazia.
Nelle conversazioni con lo studioso Yao Jianfu, il cui libro è stato pubblicato ad Hong Kong, Chen sostiene che ''nessuno sarebbe morto se la vicenda fosse stata gestita in modo appropriato''.
Chen, che allora era il sindaco di Pechino, attribuisce la decisione di lanciare le truppe contro gli studenti alle ''lotte interne'' al Partito Comunista.
Promosso segretario del Partito nella capitale e nell'Ufficio Politico, Chen cadde in disgrazia nel 1995 per dissensi con l'allora presidente Jiang Zemin.
Condannato a 16 anni di carcere per ''corruzione'', è stato rilasciato nel 2006 per ragioni di salute. Nel libro Chen Xitong paragona la sua posizione di allora a quella attuale di Bo Xilai, l'ambizioso leader caduto in disgrazia in aprile e ora sotto inchiesta per ''gravi violazioni della disciplina di Partito''.