Fabrizio Pozzobon, ex consigliere della Lega scomparso in Siria. E’ andato a combattere con l’Isis?

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2017 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA
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Fabrizio Pozzobon, ex consigliere della Lega scomparso in Siria. E’ andato a combattere con l’Isis?

DAMASCO – E’ un giallo la sorte di Fabrizio Pozzobon, idraulico di Castelfranco Veneto ed ex consigliere comunale della Lega Nord. Di lui non si hanno più notizie dal Natale del 2016, quando fece un’ultima telefonata alla compagna, Cristina, dalla Turchia. E il sospetto è che possa essere andato a combattere con l‘Isis in Siria. 

Durante quell’ultima telefonata, scrive il Gazzettino, aveva detto alla fidanzata: “Qui va sempre peggio. Ho paura”. Cinque giorni prima, il 20 dicembre, era atterrato ad Istanbul. Non era la prima volta: spesso era stato in Turchia.

Ma se nei primi giorni si era comportato, almeno per quanto risulta, come se fosse in vacanza, inviando alla compagna foto e selfie, negli ultimi giorni lo scenario delle immagini era cambiato: non più monumenti, ma palazzi crivellati dai proiettili o distrutti dalle bombe. Uno scenario che, più che ad Istanbul, faceva pensare ad una zona di guerra, magari la Siria.

“Qui va tutto bene, sono con i miei amici, vorrei venissi anche tu”, le aveva ripetuto per giorni Fabrizio. Poi, il 25 dicembre, l’ex consigliere leghista ha iniziato ad avere paura: “Vai a messa e metti una candela per me”, ha detto alla compagna durante una telefonata a notte fonda.

L’ultima conversazione tra i due risale al 26 dicembre 2016. Da allora Fabrizio Pozzobon risulta scomparso.

A destare sospetti sono anche alcuni dettagli riportati dal Corriere del Veneto: 

Anche se a sparire non è un islamico: il 51enne si professava cattolico, e la domenica prima di partire era andato a messa. Eppure raccontano che negli ultimi tempi, con alcuni conoscenti, avesse più volte accennato all’Islam, criticando l’Occidente e i bombardamenti che hanno messo in ginocchio la popolazione civile del Medio Oriente. Pare una svolta di vita, per uno che sedeva sui banchi del consiglio comunale nelle file della Lega Nord e che nel 2013 aveva firmato una dichiarazione di «Sovranità nazionale e di nazionalità veneta». Proprio lui che ora è sospettato di essersi arruolato nelle truppe del Califfato.

Le indagini dei Ros tendono ovviamente anche ad altre piste, dal sequestro all’omicidio. Ma è chiaro che, in tempi di Isis, questa è la strada più battuta. A sostenerla, proprio il suo cambiamento. (…) Per gli inquirenti potrebbe quindi rientrare nella categoria di coloro che si sono avvicinati all’Isis non per motivi religiosi ma per «vicinanza alla causa». Una causa, quella anti-occidentale, diventata la sua personale battaglia ideologica.