G8, Putin-Obama divisi su Siria. Ma uniti su stop violenze: non sfuma Ginevra 2

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2013 - 23:10 OLTRE 6 MESI FA
G8, Putin-Obama divisi su Siria. Ma uniti su stop violenze: non sfuma Ginevra 2

Barack Obama e Vladimir Putin (Foto Lapresse)

LOUGH ERNE (IRLANDA DEL NORD) – L’intento di fermare le violenze in Siria è comune. Ma le opinioni su come raggiungere l’obbiettivo ”non coincidono”. Barak Obama e Vladimir Putin mettono a nudo, ancora una volta, le loro differenze sul conflitto siriano. Lasciando comunque aperta la porta alla conferenza internazionale, la cosiddetta Ginevra 2. Un progetto che il presidente russo dice che non bisogna abbandonare mentre con Obama – al termine dell’atteso incontro al G8 – fa sponda contro l’uso delle armi chimiche. Su questo ”siamo d’accordo”, rimarca il presidente Usa annunciando che le due delegazioni hanno incaricato un team per lavorare alla conferenza di pace.

Fatti o passi avanti sul fronte siriano al G8 di Lough Erne non sembrano esserci stati anche se dei dossier internazionali, Siria in testa, gli otto Grandi hanno iniziato a parlare solo a cena. Del resto i segnali sul rischio di un nulla di fatto c’erano già tutti alla vigilia: Putin è sbarcato in Irlanda del Nord facendosi precedere dalle dichiarazioni a Cameron su un ‘no’ secco a qualsiasi ipotesi di armare i ribelli. Scenario quest’ultimo su cui, invece, si stava ragionando dall’altra parte dell’oceano dove Obama ha visto ormai superata la sua linea rossa, con le prove sull’uso delle armi chimiche. Armi che – ha ribadito oggi il presidente Usa, parlando con il premier italiano Enrico Letta – ”lo preoccupano molto”.

E lunedì mattina, da Mosca, era arrivato un nuovo stop, dal ministero degli Esteri, su qualsiasi ipotesi di una fly zone. Ipotesi che, comunque, ha fatto sapere l’ambasciatore americano alla Nato, Ivo Daalder, non c’è: gli Stati Uniti ”non stanno spingendo la Nato per una no-fly zone”. E la questione allo stato attuale ”non è sul tavolo della Nato”, ha aggiunto spiegando di non sapere se ”lo sarà domani o in qualche altro giorno. Ma non c’e’ ancora e per quanto ne so, non lo è sul tavolo di alcuno stato membro dell’Alleanza”.

La preoccupazione resta alta anche tra i leader Ue. Dove, al di là di alcune dichiarazioni (come quelle di Londra che non intende escludere nessuna opzione) fonti diplomatiche italiane parlano di una sostanziale convergenza, almeno sulla necessità di evitare l’armamento dei ribelli. La speranza è ancora quella di arrivare a una soluzione politica del conflitto. Di certo l’auspicio del presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, a fare passi avanti non ha trovato conferma: tre milioni e mezzo di ”rifugiati, entro il 2013” dalla Siria è un ”peso enorme sulle spalle dei leader”, ha detto Van Rompuy, restando di fatto inascoltato.