Gaza, Israele uccide 16 palestinesi, mille feriti. Lieberman: “Agito correttamente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2018 - 08:30 OLTRE 6 MESI FA
Hanno

Hanno “agito correttamente” i soldati israeliani che hanno ucciso 16 palestinesi, ferendone più di mille, venerdì 30 marzo, secondo il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman. Le prime immagini dal confine tra Gaza e Israele

GAZA – Hanno “agito correttamente” i soldati israeliani che hanno ucciso 16 palestinesi, ferendone più di mille,  venerdì 30 marzo, secondo il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman. 

Tutte le notizie di Blitzquotidiano in questa App per Android. Scaricatela

I palestinesi erano colpevoli di voler passare non autorizzati il confine fra Gaza e Israele. Per il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, i soldati dello Stato ebraico hanno agito correttamente, riferisce l’agenzia Ansa. Secondo Lieberman, hanno sparato solo contro quei manifestanti che hanno attaccato il confine di Gaza con Israele, mentre i dimostranti pacifici non sono stati colpiti. Lieberman ha dunque respinto le accuse di uso eccessivo della forza da parte dell’esercito israeliano. 

Le vittime volevano riaffermare il “diritto di ritorno”, il diritto dei palestinesi costretti a abbandonare le loro case, 70 anni fa, dall’esercito ebraico e mai più tornati. Molti hanno conservato per tutta la vita le chiavi di casa, come simbolo di un sogno impossibile, per poi morire in un campo profughi.

Per questo sedici palestinesi sono stati uccisi venerdì al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Oltre mille i feriti, 17mila i manifestanti palestinesi. E Israele intanto ha schierato 100 cecchini a difesa della frontiera. Il più giovane tra le vittime ha 16 anni. Questi i numeri degli scontri scoppiati durante la cosiddetta “Grande marcia del ritorno”.

Tutte le notizie di Blitzquotidiano in questa App per Android. Scaricatela

Una manifestazione – che durerà fino al 15 maggio – organizzata da Hamas nell’anniversario dell’espropriazione da parte del governo israeliano dei terreni di proprietà araba in Cisgiordania nel 1976.

Il 15 maggio è una data simbolica. E’ il “Giorno della Nakba”: la data dell’indipendenza di Israele e dell’inizio della guerra del 1948-1949, conclusa con la sconfitta degli eserciti arabi e palestinesi.

In questi giorni migliaia di persone, moltissime donne e bambini,si stanno ammassando a ridosso delle frontiera con l’obiettivo di provare a sfondare la recinzione e occupare simbolicamente un pezzetto del territorio israeliano.

“Migliaia di palestinesi sono in sommossa in sei luoghi lungo la Striscia di Gaza, bruciando gomme, lanciando sassi alla barriera di sicurezza e verso le truppe israeliane che rispondono con mezzi di dispersione e sparando verso i principali istigatori – riferisce l’esercito israeliano sottolineando che Hamas – mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”.

Il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Gadi Eizenkot, ha annunciato il dispiegamento di oltre 100 cecchini, assicurando che non sarà permessa alcuna violazione della frontiera.

Israele si oppone a qualsiasi ritorno di rifugiati su larga scala, perché “distruggerebbe il carattere ebraico” del Paese. “Cercheremo di usare la forza minima necessaria per evitare feriti e vittime palestinesi, ma la linea rossa è molto chiara: restino dalla parte di Gaza e restiamo in Israele”, ha dichiarato Yoav Galant, del gabinetto di sicurezza del premier Benjamin Netanyahu.