Gb insabbia morte di Litvinenko: coroner costretto a scagionare la Russia

Pubblicato il 18 Maggio 2013 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
Gb insabbia morte di Litvinenko: coroner costretto a scagionare la Russia

Alexander Litvinenko (Foto LaPresse)

ROMA – “Il “coroner” costretto a scagionare la Russia su richiesta del ministero degli Esteri a pochi giorni dall’incontro tra David Cameron e Vladimir Putin: “Londra insabbia l’inchiesta sulla morte di Litvinenko”. Sotto questo titolo di Repubblica, la cronaca di Enrico Franceschini dà un’idea di come nella mitica Gran Bretagna i rapporti di potere stiano in modo un po’ diverso da come ce li raffiguriamo in Italia.

Desta sempre amarezza il ricordo che due alti esponenti di Repubblica, al culmine della guerra a Berlusconi, in Italia, presero l’aereo per andare a spiegare proprio agli inglesi che in Italia non c’è libertà di stampa e più in generale, il nostrro è un Paese sotto il tallone della repressione.

Scrive Repubblica il 18 maggio 2013:

“In nome della ragion di stato, ovvero degli enormi interessi economici e commerciali che la legano a Mosca, il Regno Unito decide di insabbiare l’inchiesta sulla morte di Aleksandr Litvinenko, l’ex-agente del Kgb ucciso con un tè contaminato con polonio radioattivo, servitogli da un killer in un albergo di lusso di Londra sette anni fa”.

La decisione di insabbiare segue di pochi giorni dopo un incontro tra il primo ministro inglese David Cameron e il presidente russo Vladimir Putin. Anche se il tema ufficiale sembrava essere la Siria, nota Franceschini che

“anche l’affare Litvinenko potrebbe essere entrato nella conversazione.”

Enrico Franceschini spiega che

“il coroner, come si chiama qui il magistrato incaricato di compiere le prime indagini su una “morte sospetta” che potrebbe rivelarsi un omicidio, ha reso noto che, su richiesta del ministro degli Esteri Hague, sarà costretto a escludere dalla sua indagine qualsiasi elemento che potrebbe provare la responsabilità dei servizi segreti russi nell’assassinio di Litvinenko; e ha aggiunto che il governo gli ha imposto il segreto di stato sull’operato nella vicenda dei servizi segreti britannici. Una serie di giganteschi omissis cala così sulla possibilità che Londra faccia luce sul delitto, nonostante gli indizi raccolti finora portino al Cremlino o a uomini a esso collegati”.