Tre persone convinte di essere Gesù in una stanza: cosa succede?

di Alessandro Avico
Pubblicato il 6 Maggio 2011 - 22:33| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Sono Dio”, “Ho creato Dio”, “Sul mio certificato di nascita c’è scritto che sono la reincarnazione di Gesù di Nazareth”. Così si sono presentate allo psicologo tre persone convinte di essere il Messia. L’esperimento di metterle tutte insieme in un istituto americano, per vedere reazioni e possibili “ripensamenti”, risale al 1959.

Lo psicologo che aveva pensato di riunirli nella stessa stanza, Milton Rokeach, medico dell’ospedale pubblico di Ypsilanti, Michigan, sapeva che nessuno da solo può far cambiare idea a un uomo convinto di essere il Messia. Pensò allora di utilizzare il confronto. Alla fine invece l’unico a cedere però fu Rokeach, che dopo due anni di esperimento, infinite dispute e anche una scazzottata, lasciò che i tre Gesù riprendessero le loro strade e le loro predicazioni.

L’unico frutto dell’esperimento fu il resoconto scritto da Rokeach, professore all’università del Michigan, nel libro “I tre Cristi di Ypsilanti 1”, che conteneva le trascrizioni dei colloqui fra i sedicenti messia e le considerazioni del medico. Il libro andò esaurito quasi subito, ispirò una sceneggiatura cinematografica, un’opera teatrale e due versioni operistiche.

I tre Gesù dell’esperimento erano Clyde Benson, un contadino settantenne con il vizio della bottiglia, Jospeh Cassel, 58 anni, scrittore fallito, ricoverato dopo aver picchiato i familiari e Leon Gabor, 38 anni, un veterano della seconda guerra mondiale, quello su cui il medico riponeva più speranze.

I tre per un periodo di due anni furono messi a dormire nella stessa stanza, condivisero i pasti e i turni di lavoro nella lavanderia dell’istituto. Rokeach voleva mettere i pazienti di fronte alla “estrema contraddizione in cui possa trovarsi la mente umana: quella in cui più persone reclamano la stessa identità”. Si trovò in una disputa a colpi di urla: “Devi adorarmi ti dico”. “Non lo farò mai, tu sei una creatura, apri gli occhi e rassegnati a vivere la tua vita”. E infine: “Io sono il Buon Dio”. Lo psicologo cedette e non riuscì a guarirli.