Giappone, bandito il riso di Fukushima: “è radioattivo”

Pubblicato il 17 Novembre 2011 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Il governo giapponese ha deciso di bandire per la prima volta il commercio del riso proveniente da Onami, area della citta’ di Fukushima, il capoluogo dell’omonima prefettura che ospita la centrale nucleare danneggiata dal sisma/tsunami dell’11 marzo, a causa delle tracce di cesio radioattivo rilevate, superiori ai limiti legali provvisori. Lo ha reso noto il capo di gabinetto, Osamu Fujimura, che ha chiesto al governatore della prefettura di Fukushima, Yuhei Sato, di prendere ”i provvedimenti necessari”.

I campioni testati hanno mostrato livelli di radioattivita’ pari a 630 becquerel/kg, a fronte del tetto massimo fissato a quota 500 becquerel.    L’area di Onami, a 60 km dalla centrale, conta 154 fattorie nei cui campi, in base ai controlli fatti a settembre-ottobre, erano state trovate quantita’ di cesio comprese tra i 28 e i 136 becquerel. Tuttavia, i test sul raccolto di 840 kg complessivi di una fattoria hanno portato alla ‘sorpresa’ radioattivita’, la cui spiegazione e’ ancora da chiarire e da spingere le autorita’ al bando ”precauzionale”.

Fujimura ha spiegato in conferenza stampa che il riso finito nel mirino non e’ stato distribuito sul mercato grazie ai controlli decisi per tempo da ministero dell’Agricoltura e dagli uffici competenti della prefettura.    ”Ho informazioni che escludono che il problema possa diventare serio”, ha rilevato il capo di gabinetto, aggiungendo che il governo continuera’ a fare ogni sforzo ”per prevenire” la diffusione di voci infondate sulla contaminazione da sostanze radioattive dei prodotti agricoli giapponesi.

Negli ultimi mesi ci sono stati vari allarmi e timori sulle radiazioni nel cibo in Giappone, in particolare per la carne, i funghi e il te verde, ma mai prima d’ora nell’alimento base del Paese, il riso. Le concentrazioni off limits sono state rinvenute in un campione prelevato da una coltivazione vicino Fukushima, che e stava per essere preparato per il mercato. Tuttavia, assicurano le autorita’, non e’ stato venduto alcunche’.

Questa scoperta pone l’accento sulle difficolta’ nel tracciare le radiazioni che si sono diffuse nell’area orientale del Giappone tramite pioggia e vento. Per questo i governi locali delle aree rurali hanno allestito dei centri di controllo per evitare che prodotti contaminati arrivino nella catena alimentare, mentre la settimana scorsa il governo metropolitano di Tokyo ha iniziato a condurre test sui campioni comprati nei negozi della capitale, nel tentativo di placare le ansie dell’opinione pubblica.