Giappone, hacker rubano informazioni su centrali nucleari e Difesa

Pubblicato il 24 Ottobre 2011 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO, 24 OTT – Un complesso attacco hacker, definito dagli esperti come il primo realmente “pericoloso”, ha colpito i campioni della Corporate Japan attivi nel settore della difesa, a partire dal leader Mitsubishi Heavy Industries.

Il sospetto di “matrice cinese” è stato respinto da Pechino: ”La Cina, oltre a proibire e punire pratiche del genere, è uno dei principali bersagli del cyber-crimine”, ha ribattuto a stretto giro Hong Lei, portavoce del ministero degli Esteri.

Una risposta resasi necessaria dopo l’indagine di una società di sicurezza informatica i cui risultati, pubblicati dal quotidiano Yomiuri, hanno rivelato connessioni fatte nell’ operazione da 14 siti esteri e almeno 20 server in Cina, Hong Kong, Stati Uniti e India.

La violazione, la cui entità non è chiara, ha suscitato preoccupazione sui “furti” di informazioni sensibili relative a tecnologie vitali e strategiche per il Giappone, al punto che il governo ha spinto la società ”a fare chiarezza senza indugi”.

La compagnia si è aggiudicata 215 commesse per quasi 3 miliardi di euro nell’ultimo anno fiscale, un quarto della spesa totale del ministero della Difesa: l’accordo, tuttavia, prevede immediata comunicazione in caso di perdita di dati sensibili per evitare pesanti sanzioni.

Mitsubishi Heavy Industries, appena una settimana fa ha reso noto di aver trovato 45 server e 38 computer infettati con otto tipi di virus presso 11 strutture aziendali disseminate nell’arcipelago, compreso il quartier generale di Tokyo, i cantieri navali di Nagasaki (distruttori e cacciatorpedinieri) e Kobe (sottomarini a propulsione nucleare), e i sistemi di propulsione e guida della prefettura di Aichi.

La compagnia, che ha contribuito attivamente alla costruzione del caccia da combattimento F-15, ai missili Patriot non è l’unica ad essere finita nel mirino degli hacker. Tentativi, in base alle indiscrezioni dei media locali, hanno colpito Mitsubishi Electric, Kawasaki Heavy e, soprattutto, IHI Corp, colosso dei motori degli aerei utilizzati dal ministero della Difesa, che ha escluso però la possibilità di infezione da virus.

Il capo di gabinetto Osamu Fujimura ha assicurato che il governo raccoglierà ”velocemente” informazioni, mentre il ministro della Difesa Yasuo Ichikawa ha detto che chiederà a Mitsubishi Heavy Industries di rafforzare la sicurezza. Una raccomandazione più ampia e generalizzata è stata formulata dal ministero della’Economia, del Commercio e dell’Industria Yukio Edano. Del resto, il libro bianco sulla Difesa, messo a punto lo scorso mese, posizionava ai vertici dei rischi per la sicurezza nazionale proprio gli attacchi hacker.