Giappone: un reattore di Fukushima rischia la fusione. Diecimila morti a Miyagi

Pubblicato il 13 Marzo 2011 - 21:23 OLTRE 6 MESI FA

Naoto Kan in divisa

TOKYO – E’ un momento grave per il Giappone, il più grave dalla resa e dalla disastrosa Seconda guerra mondiale, funestata in chiusura dall’olocausto atomico di Hiroshima e Nagasaki. Il premier Naoto Kan torna a parlare alla Nazione e tocca corde sensibili per la cultura e la storia giapponese: ”E’ il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità”, dice, con indosso la tuta celeste delle emergenze, ormai diventata la sua divisa ufficiale.

Quando dalla prefettura di Miyagi rimbalzano le ipotesi della polizia di almeno 10 mila morti, la priorità è scongiurare una nuova ecatombe nucleare, lottando contro tempo e imprevisti per la messa in sicurezza degli impianti danneggiati dal sisma la cui magnitudo è stata oggi ritoccata a quota 9, al quarto posto tra i terremoti più  potenti mai registrati. Il premier afferma che ”non ci sarà un’altra Cernobyl”, in riferimento ai timori di contaminazione generata dalle perdite di sostanze tossiche dall’impianto di Fukushima la cui soluzione sembra sempre complicata.

”Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò  sia avvenuto in grande misura”, aggiungerà il premier in un colloquio telefonico con il presidente sudcoreano, Lee Myung-Bak. Intanto, si estendono le disfunzioni anche agli impianti di Onagawa, Tokai e si susseguono le notizie e gli allarmi per i danni alla centrale di Fukushima 1, con dettagli che diventano di ora in ora più preoccupanti: le barre di combustibile al reattore n.3 hanno subito danni. ”La situazione che resta grave”, è stato detto dalle autorità.

Resterebbe in piedi l’ipotesi di una esplosione e addirittura quella del ‘meltdown’, la fusione, ossia la catastrofe. E’ intanto stato confermato che sono almeno 160 le persone esposte al rischio contaminazione per l’esplosione e la perdita di radiazioni di sabato dopo la distruzione della gabbia di contenimento più esterna del reattore n. 1. La paura radiazioni mette in fuga anche gli stranieri, con Parigi che oggi e’ la prima ad esprimersi in maniera esplicita: l’ambasciata di Francia a Tokyo invita i propri cittadini a lasciare la capitale nipponica e la sua regione, per l’impatto collegato al terremoto, incluso ”il rischio di contaminazione”.