Gary McKinnon, nessuna estradizione per l’hacker che violò server di Washington

Pubblicato il 17 Ottobre 2012 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Gary McKinnon

LONDRA – Londra dice no a Washington e nega l’estradizione per Gary McKinnon, l’hacker autistico accusato di aver procurato danni per 700mila dollari. Gary, 46 anni, con la sindrome di Asperger (un tipo di autismo che rallenta lo sviluppo psichico e motorio), è accusato di essere entrato nel sistema del governo americano, setacciando 93 computer.

Alle accuse si è difeso dicendo: “Cercavo le prove dell’esistenza degli Ufo”. Solo che le autorità americane non l’hanno presa bene. Il Dipartimento della Difesa lo aveva accusato di violazione di segreti militari e di danni per 700mila dollari, ne aveva chiesto l’estradizione, e Gary ha rischiato 60 anni di carcere.

Arrestato nel 2002, il suo caso ha riportato alla ribalta la questione aperta con il trattato di estradizione firmato con gli Stati Uniti dopo il 2001, in teoria per facilitare il passaggio dei terroristi negli Usa, ma che in pratica si era trasformato in una sorta di “subordinazione” del Regno Unito agli Stati Uniti.

Adesso il ministro degli Interni inglese Theresa May gli ha “salvato la vita“, come ha detto la madre di Gary, Janis Sharp. May ha spiegato al Parlamento britannico che la vita di McKinnon sarebbe stata in pericolo, e che l’uomo doveva essere giudicato dai tribunali inglesi. Gli Stati Uniti avevano fatto capire di voler mobilitare l’Interpol. Ma il ministro non ha ceduto.