Haiti, la Clinton: “Bertolaso fa chiacchere da bar”. Lui risponde: “Non ho attaccato gli Usa”

Pubblicato il 25 Gennaio 2010 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA

Washington non ne ha fatto un vero e proprio caso diplomatico, ha fatto di più: lo ha pubblicamente trattato come un caso minore. La risposta del Dipartimento di Stato al capo della Protezione Civile italiana è stata confezionata con voluta sufficienza, al limite del commento sprezzante che si riserva ad un chiacchierone. «Queste polemiche mi sembrano come quelle che si fanno il lunedì mattina sulle partite del giorno prima». Così il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha risposto, nel corso della conferenza stampa al termine dell’incontro bilaterale col ministro Frattini, ad una domanda sulle critiche del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in merito alla gestione degli aiuti ad Haiti. Una risposta che è uno schiaffo per “Mastro Guido”, appositamente mandato ad Haiti da Berlusconi in persona come l’uomo che “tutto risolve”.

«C’é un grande impegno internazionale per portare gli aiuti ad Haiti», ha aggiunto la Clinton spiegando che però «non è possibile farlo senza un supporto militare».

Come riporta l’Ansa il segretario di Stato Usa ha quindi spiegato che, anche nel colloquio con Frattini, si è affrontato il tema. «Frattini ha ricordato che anche l’Italia sta inviando una nave militare e una squadra di carabinieri».

Dichiarazioni quelle della Clinton che sono state poi commentate dallo stesso Bertolaso il quale ha spiegato che non intendeva in alcun modo fare un attacco agli Stati Uniti, «che stanno mettendo in campo uno sforzo importante per la popolazione di Haiti, ma una critica alla mancanza di coordinamento delle organizzazioni internazionali che sta lasciando migliaia di haitiani abbandonati a se stessi». Guido Bertolaso rispedisce al mittente le critiche che gli sono piovute addosso, ribadendo che quelle fatte domenica nel corso della trasmissione di Lucia Annunziata erano valutazioni di una situazione che é sotto gli occhi di tutti, fatte da un tecnico.

«Respingo chi sostiene che le mie parole fossero un attacco agli americani – dice Bertolaso da L’Aquila, dove è tornato ad occuparsi del sisma che il 6 aprile ha devastato il capoluogo abruzzese, dopo la visita di tre giorni ad Haiti – gli americani stanno facendo uno sforzo molto importante, così come gli altri Paesi della comunità internazionale e l’Italia. Ma gli Usa condividono con noi le difficoltà dell’organizzazione della macchina dei soccorsi».

«Una mancanza di coordinamento che paga l’assenza – sottolinea il capo della Protezione civile – di una persona con pieni poteri in grado di indirizzare tutti gli interventi». Bertolaso tiene poi a precisare di non avere mai paragonato L’Aquila ad Haiti: «Se lo avessi fatto sarei stato uno sciocco. E invece ho solo detto che il modello utilizzato dall’Italia a L’Aquila è quello che dovrebbe essere utilizzato in un contesto emergenziale».

Se c’é un destinatario delle critiche, insomma, non sono certo gli Stati Uniti ma le organizzazioni internazionali, Onu in testa. «Se uno arriva con 15 mila uomini e poi non sa dove andare e cosa fare, perché non c’é nessuno che glielo dice – afferma – è chiaro che si creano i problemi che tutti abbiamo visto».

Rispedite al mittente anche le critiche per le parole rivolte nei confronti dell’ex presidente americano Bill Clinton: «La mia battuta su di lui – spiega – era positiva. Speravo veramente che con il suo carisma riuscisse a mettere un po’ d’ordine. Se si fosse fatto carico del ruolo di coordinamento, con le Nazioni Unite, sarebbe stato un ottimo segnale per gli haitiani. E invece, ancora oggi, non c’é nessuno che comanda e dopo aver girato per tre giorni in città e nei sobborghi, ho constatato che migliaia di persone sono abbandonate a sé stesse».