Harvey Weinstein scuote Wall Street: due manager cacciati per molestie su colleghe

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
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Harvey Weinstein scuote Wall Street: due manager cacciati per molestie su colleghe (Foto Ansa)

WASHINGTON – Non solo Harvey Weinstein. Lo scandalo che ha travolto il potente produttore di Hollywood ha dato una scossa all’America intera. Così, dopo il mondo della tv e del cinema, gli scandali sessuali sembrano accendere micce anche a Wall Street e oltre: Fidelity Investment, una delle più grandi società di investimento al mondo, ha cacciato due alti dirigenti nelle ultime settimane sullo sfondo di accuse di questo tipo, mentre qualche voce comincia ad emergere sulla diffusione delle molestie anche nel mondo politico.

Il Wall Street Journal è la prima testata fra i media statunitensi a dare conto delle dimissioni presentate all’inizio del mese da C. Robert Chow, 56 anni, che ha deciso di lasciare Fidelity Investment in seguito a presunti commenti inappropriati verso alcune colleghe. Gavin Baker è stato invece licenziato dalla stessa azienda in settembre, dopo accuse di molestie ad una dipendente di 26 anni. Fidelity non ha voluto commentare nello specifico ma in una nota ha dichiarato che le sue politiche “proibiscono le molestie in qualsiasi forma”.

“Quando una denuncia di questo genere è portata alla nostra attenzione, noi indaghiamo immediatamente e prendiamo misure veloci e appropriate. Noi semplicemente non tolleriamo, e non tollereremo, questo tipo di comportamenti”, è la posizione dell’azienda. Baker ha negato categoricamente le accuse di molestie, stando ad una fonte citata dal Wall Street Journal.     

Non è la prima volta che il tema emerge nel mondo della finanza, sebbene questi ultimi casi arrivino in un momento di particolare sensibilità rispetto a queste vicende dopo il ‘vaso di Pandora’ scoperchiato dalle denunce verso il produttore cinematografico Weinstein. E’ per esempio noto a chi mastica tali statistiche che per donne e minoranze ‘farcela’ a Wall Street è particolarmente difficile. Il Washington Post ricorda per esempio che alcuni tra i maggiori gruppi bancari americani non sono mai stati guidati da una donna – da JP Morgan a Citogroup a Bank of America – e in generale la percentuale delle donne a livello dirigenziale resta bassa. Proprio Fidelity però è una eccezione in questo panorama, essendo infatti guidata da una donna, Abigail P. Johnson, che dal 2014 è presidente e direttore esecutivo dell’azienda che fu creata dal nonno.

Intanto monta la tensione anche nei ‘corridoi’ della politica: The Hill, pubblicazione di Washington tra le più attente, ha raccolto testimonianze di diverse donne in diversi stati del Paese, fra deputate, funzionarie e lobbiste, che hanno dichiarato di essere state oggetto di avances non richieste da parte di colleghi uomini, da commenti inappropriati al contatto fisico fino all’aggressione e allo stupro.

Una indicazione che che, dato il clima delle ultime settimane, non manca di attirare l’attenzione. Questo mentre la procura di New York annuncia di aver lanciato un’inchiesta che ha come oggetto la Weinstein Co, l’azienda co-fondata dal produttore cinematografico Harvey Weinstein e che ha un ufficio operativo a New York: è stato emesso un mandato di perquisizione con l’obiettivo di passare in rassegna l’intero archivio della società, allo scopo di stabilire se dipendenti siano stati oggetto di molestie o discriminazione.