Il Dalai Lama compie 75 anni: feste in India, arresti in Nepal

Pubblicato il 6 Luglio 2010 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA

Il Dalai Lama, Tenzin Gyatso ha festeggiato oggi 6 luglio il suo 75esimo compleanno con una cerimonia organizzata nella cittadina himalayana di Dharamsala, sede del suo governo in esilio. Di fronte a circa 5mila esuli tibetani accorsi nello Stato indiano dell’Himachal Pradesh nonostante le forti piogge, il Dalai Lama ha preso brevemente la parola per ringraziare i presenti e rammaricarsi del fatto che ai tibetani del Tibet non sia permesso dalle autorità cinesi di festeggiare la ricorrenza.

Osservando quindi un arazzo su cui era riassunta il suo itinerario in diverse epoche fin dalla nascita, il Premio Nobel per la Pace 1989 ha commentato: ”Quando vedo queste immagini e seguo gli sviluppi, mi rendo conto che la mia vita non è stata sprecata”. Dopo il discorso, nel tempio di Tsuglagkhang si è svolto uno spettacolo di canti e danze in onore di ”Sua Santita”’, seduto su una poltrona e circondato dai suoi collaboratori.

Da parte sua il portavoce del governo tibetano in esilio, Thubten Samphel, ha detto all’agenzia di stampa indiana Ians che ”si e’ tenuta una sessione speciale di preghiere per auspicare il benessere e una lunga vita per il Dalai Lama”. ”Sua Santità – ha concluso il portavoce – ha partecipato alla preghiera e benedetto i suoi seguaci dalle 9 alle 11. Alla cerimonia ha partecipato anche il 17esimo Karmapa (Colui che incarna la forza attiva di tutti i Buddha), Ugyen Trinley Dorjee.

Insieme al Dalai lama, sono stati migliaia di tibetani in India, ma anche nel resto del mondo, che hanno celebrato  il suo 75esimo compleanno. I suoi sostenitori hanno anche utilizzato Twitter e Facebook per gli auguri e preghiere di lunga vita al Premio Nobel per la pace che gode di ottima salute come dimostrano i suoi frequenti viaggi all’estero.

I festeggiamenti sono stati però osteggiati in Nepal (paese dove è nato Buddha) dal governo provvisorio. La polizia ha fermato oltre 350 monaci mentre si recavano a una celebrazione, secondo una fonte nepalese. Centinaia di agenti anti sommossa sono stati dispiegati davanti a templi e principali ritrovi della diaspora tibetana a Boudhanath, Swavambhunath e Pharping. Le autorità hanno chiesto ai parlamentari nepalesi di non partecipare a eventi nei campi profughi, mentre il presidente Ram Baran Yadav ha cancellato un invito in un tempio a causa delle pressioni esercitate dall’ambasciata di Pechino.

Dalla Cina era arrivato, proprio due giorni fa, un gesto provocatorio. Le autorità cinesi in Tibet avevano approvato la nomina di un bambino di 4 anni a ”Buddha vivente”, secondo un antico rituale religioso. Il gesto ha scatenato una dura reazione del governo tibetano in esilio che ha accusato i cinesi di ”strumentalizzazione politica”. ”Riconoscere le incarnazioni dei Lama è una pratica tibetana connessa con il buddismo. Non ha nulla a che fare con la politica” ha detto un portavoce del Dipartimento Affari Religiosi del governo di Dharamsala a un quotidiano indiano.