Il presidente delle Filippine sfida Obama: “Figlio di p…non interferire”

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2016 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente delle Filippine sfida Obama: "Figlio di p...non interferire"

Il presidente delle Filippine sfida Obama: “Figlio di p…non interferire”

MANILA – Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, minaccia Barack Obama di non interferire negli omicidi extragiudiziari in corso nel suo Paese. Oppure…”figlio di p…, te la farò pagare”, ha detto.

Duterte ha risposto così alla domanda di un reporter su come avrebbe spiegato a Obama l’alto numero di omicidi extragiudiziali, nell’imminente faccia a faccia previsto a margine del vertice Asean in Laos dove i due presidenti si recheranno nelle prossime ore. E ha sottolineato di essere il leader di un Paese sovrano e di dover rispondere solo al popolo filippino.

In due mesi di ‘lotta alla droga‘ lanciata da Duterte, la polizia filippina ha ucciso oltre 2000 sospetti spacciatori o trafficanti di droga, secondo un documento del governo di Manila. Ad agosto Washington aveva espresso preoccupazione.

In campagna elettorale aveva promesso di massacrare i criminali. E mai promessa pre-elettorale fu più mantenuta. Il presidente delle Filippine Duterte ha dichiarato guerra alla droga, e le cifre sono davvero quelle di una guerra: dal primo luglio, giorno dell’entrata in carica di Duterte dopo le elezioni di maggio, la polizia filippina ha ucciso 895 sospetti spacciatori, altri mille omicidi sono imputati a “vigilantes” legati ai cartelli del narcotraffico, quasi 13mila persone sono state arrestate, 41mila spacciatori si sono costituiti e 585mila consumatori di stupefacenti si sono autodenunciati.

Il discusso presidente è arrivato persino a mettere una taglia sui poliziotti che non collaborano alla sua guerra: 43mila dollari di ricompensa a chi denuncia qualcuno implicato nel traffico di stupefacenti. Non proprio noccioline. Lo stesso capo della polizia nazionale delle Filippine, anche per non rischiare di essere accusato di connivenza, ha denunciato 300 dei suoi agenti, sospettati di essere coinvolti nel traffico di stupefacenti. Ronald de la Rosa ha detto che gli agenti in questione sono su una lista di controllo con l’accusa di spaccio di droga sequestrata nei raid o di aver protetto criminali coinvolti nella produzione e distribuzione di sostanze stupefacenti.