India, estremisti indù contro San Valentino: “Provocherà altri stupri”

Pubblicato il 12 Febbraio 2013 - 08:50| Aggiornato il 20 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

NEW DELHI – “San Valentino provoca stupri“. Gli esponenti dell’estrema destra indù temono che nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio, le violenze sessuali nel paese. L’agenzia di stampa Ians ha riportato le parole ed i timori del gruppo di estremisti espresse durante un convegno nell’ex colonia portoghese di Goa, nel sud dell’India. Dopo i recenti casi di stupri e violenze sessuali l’India ha decretato la pena di morte per i reati sessuali.

Manoj Solanki, responsabile del gruppo Hindu Janajagruti Samiti, ha detto: “Le nuove generazioni di indiani propendono sempre più verso stili di vita occidentali. Il numero di profilattici ha raggiunto un livello record in questi giorni a Mumbai e nella città di Pune”.

L’organizzazione intende anche distribuire volantini nelle scuole, stazioni e mercati in cui si avverte degli ”effetti perversi della festa di San Valentino”.

Intanto Human Rights Watch (Hrw) e Amnesty International (Ai) hanno chiesto al Parlamento indiano di ”modificare sostanzialmente o sostituire totalmente” il decreto legge sulla violenza contro le donne firmato il 3 febbraio scorso dal presidente Pranab Mukherjee.

In un comunicato congiunto, le due organizzazioni sostengono che ”la legislazione che affronta la violenza sessuale dovrebbe riflettere le considerazioni sui diritti umani e gli standard internazionali, ed assorbire alcune raccomandazioni chiave contenute nel rapporto preparato dalla Commissione (presieduta dall’ex presidente della Corte Suprema J.S.) Verma”.

”Finalmente – ha dichiarato Meenakshi Ganguli, direttore di Hrw per l’Asia meridionale – il nuovo decreto riforma le leggi indiane che risalivano all’era coloniale, ma è carente per quanto riguarda protezioni cruciali dei diritti umani e riparazioni per le vittime”.

La riforma della legislatura sui crimini a sfondo sessuale è diventata una necessità dopo il mortale stupro di un branco di una ragazza su un autobus a New Delhi il 16 dicembre scorso.  ”Prima dell’approvazione definitiva di questo decreto legge – ha osservato da parte sua G. Ananthapadmanabhan, direttore esecutivo di Amnesty India – dovrà esservi una approfondita discussione in Parlamento e gli emendamenti non dovrebbero ignorare punti chiave del Rapporto Verma e le osservazioni dei movimenti indiani che difendono i diritti delle donne”.

Secondo le due ong, il decreto ”trascura in molti punti gli standard internazionali sui diritti umani. Fallisce – si dice –  nel repertoriare l’intero arco delle violenze sessuali con punizioni appropriate in sintonia con la legge internazionale sui diritti umani. Contiene disposizioni vaghe e discriminatorie ed introduce la pena di morte in alcuni casi di stupro”.