India, stuprata e ridotta in fin di vita una giudice dell’Uttar Pradesh

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 3 Giugno 2014 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA
India, stuprata e ridotta in fin di vita una giudice dell'Uttar Pradesh

Manifestazione contro gli stupri in India (Foto Lapresse)

ROMA – Dopo le sorelline stuprate e impiccate, dopo la giovane donna violentata, costretta a bere dell’acido e quindi strangolata, ora anche una giudice brutalizzata e quasi uccisa. Si è salvata per un soffio. Il suo nome stava per aggiungersi alle centinaia di nomi di donne e bambine, ma anche bambini, stuprati, sodomizzati e torturati nella più grande democrazia del mondo, l’India.

L’ultimo caso noto è quello di una donna giudice dello Stato settentrionale dell’Uttar Pradesh trovata in fin di vita nella sua casa, drogata e stuprata. La donna è stata ricoverata e dovrebbe sopravvivere. Una fortuna nella sfortuna che non ha avuto la giovane studentessa di New Delhi, aspirante fisioterapista, stuprata a morte a bordo di un taxi privato una notte di dicembre del 2012.

Ricoverata in un ospedale di Singapore perché le ferite che il gruppo di stupratori le aveva procurato erano troppo profonde per essere guarite in qualche nosocomio locale, era morta con il ventre squarciato dai tubi di metallo usati per farle nuove violenze.

Il caso della studentessa di Delhi aveva fatto così scalpore da far sperare in qualche cambiamento nella società. L’unico risultato raggiunto è stato però che i casi di violenza vengono denunciati più facilmente. Non poco, certo, se si considera che spesso nel subcontinente di Gandhi le donne non denunciano perché rischiano di essere accusate di aver provocato loro stesse la violenza e costrette a dei matrimoni riparatori, o nel migliore dei casi non vengono credute. Un copione già visto in tanti Paesi, che in India sta facendo migliaia di vittime silenziose.