Iran, Atena Farghadani: test verginità per stretta di mano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2015 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA
Iran, Atena Farghadani: test verginità per stretta di mano

Atena Farghadani

TEHERAN – Incarcerata per delle vignette satiriche, sottoposta al test della verginità per aver stretto la mano al proprio avvocato: la storia di Atena Farghadani è uno spaccato di vita femminile nella Repubblica Islamica d’Iran. 

La giovane disegnatrice, 29 anni, ha conosciuto il carcere per la prima volta nell’agosto del 2014, quando una squadra di pasdaran, la Guardia rivoluzionaria che controlla che tutto sia come l’ayatollah decide, la bendò, picchiò e trascinò nel penitenziario di Ervin. Venne rilasciata a novembre, ma riarrestata poco dopo. La sua colpa, in quel caso, non erano più tanto le vignette in cui disegnava Khoemeini come un animale, ma un video pubblicato su YouTube in cui raccontava le violenze subite in carcere.

Da allora la detenzione non si è mai interrotta. Ma nel frattempo, fortuna nella sfortuna, la storia di Atena è arrivata alle orecchie di Amnesty International, grazie ad una lettera inviata da Atena dal penitenziario.

Come spiega Monica Ricci Sargentini sul Corriere della Sera, 

 

“Il test di verginità imposto è considerato internazionalmente come una forma di violenza e discriminazione nei confronti di donne e bambine. Viola anche l’articolo 7 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici ratificato dall’Iran. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha invitato le autorità sanitarie di ogni nazione a vietare il test in tutti i casi”.

A giugno Atena è stata condannata a dodici anni e nove mesi di prigione per “oltraggio”, “attentato alla sicurezza nazionale” e “diffusione di propaganda a ostile alle istituzioni” proprio a causa delle sue vignette. Anche il suo avvocato, Mohammad Moghini, è stato condannato per la stretta di mano con la sua assistita: si è fatto tre giorni di carcere ed è stato liberato solo dopo aver pagato una cauzione da 60mila dollari. Ma rischia una nuova condanna.

Amnesty International si è mobilitata per Atena e ha lanciato una petizione per chiedere all’Iran che Atena Farghadani “sia rilasciata e restituita alla famiglia. Perché lei non ha commesso alcun crimine”.