Isis, armi chimiche e malati di Aids usati come kamikaze

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Agosto 2015 - 19:39 OLTRE 6 MESI FA
Isis, armi chimiche e malati di Aids usati come kamikaze

Terroristi dell’Isis

BAGHDAD – I terroristi del cosiddetto Stato islamico usano armi chimiche, gli Stati Uniti ne sono certi. Inoltre costringono i propri miliziani che contraggono l’Aids a farsi esplodere come kamikaze.

Gli ultimi dettagli sulle pratiche di morte del “Daesh”, come viene chiamato l’Isis con acronimo arabo, arrivano da una comunicazione dell’esercito americano, che sostiene di aver rilevato tracce di gas mostarda su un frammento di un colpo di mortaio esploso dallo Stato Islamico contro le milizie curde in Iraq. Il frammento di mortaio era stato recuperato dalle milizie curde, che avevano denunciato un attacco dell’Isis con i gas mostarda (o iprite) l’11 agosto a Makhmour. Un attacco che avrebbe causato, secondo i curdi, problemi fisici alle persone esposte, come dolori, limitazioni della mobilità. L’isis avrebbe ottenuto le armi chimiche in Siria.

Da fonti mediche curde arriva anche il dettaglio dei combattenti sieropositivi che vengono obbligati ad immolarsi. Questo destino dovrebbe toccare a sedici terroristi che sono stati contagiati in Siria dopo aver avuto rapporti sessuali con due donne marocchine che erano state a loro volta infettate dopo essere diventate “schiave sessuali” del califfato.

Secondo i curdi i sedici uomini adesso vivono isolati in un centro di quarantena, mentre le due donne sono riuscite a fuggire in Turchia. Del resto il virus dell’Aids si sta diffondendo tra i combattenti dell’Isis, che certo non usano precauzioni quando hanno rapporti sessuali.

 

Lo scorso giugno un combattente indonesiano era stato condannato a morte e decapitato in pubblico dai suoi stessi compagni, dopo aver trasmesso la malattia (di cui era al corrente) alla sua ‘schiava del sesso’, una prigioniera yazida di 15 anni. L’uomo aveva anche donato il proprio sangue infetto a un ospedale controllato dall’Isis e aveva così fatto ammalare un combattente egiziano, sottoposto a una trasfusione con il suo sangue, e due guerriglieri sauditi che avevano stuprato la quindicenne. Per evitare che si ripetano casi come questi, un numero sempre maggiore di miliziani viene sottoposto a esami medici. Intanto chi è già stato contagiato viene usato come bomba umana.