ROMA – Isis simile ad al Qaeda, ma non nella rapidità con cui si ottiene visibilità e un ruolo di primo piano all’interno della organizzazione terroristica. Basti pensare ad Abdel Hamid Abaaoud, passato in due anni dall’essere un giovane che fumava, beveva e vestiva in jeans al divenire un fissato con l’Islam radicale, barba lunga e Corano sempre in bocca. Mentre nell’al Qaeda di Osama bin Laden le gerarchie non erano affatto facili da scalare.
Guido Olimpio sul Corriere della Sera racconta altri casi simili a quello di Abaaoud, mente della notte di sangue e terrore che ha colpito Parigi il 13 novembre, uccidendo 130 persone. Olimpio sottolinea come “gli uomini del Califfo, a volte, bruciano le tappe. L’unica condizione è che sappiano come far muovere i mujaheddin, tenerli insieme, pilotarli”.
Scrive Olimpio:
“Morto Abaaoud, altri sono pronti. Fonti statunitensi e irachene sostengono che vi sia una mezza dozzina di «ufficiali» Isis, dei facilitatori come il belga-algerino. Elementi dal profilo simile, europei d’origine nord africana, occidentali, che hanno «coltivato» il loro gruppo. (…)
Si fanno i nomi di Fabien Clain, 37 anni, e di suo fratello Jean Michel, 34. Famiglia delle isole Reunion, gravitano nell’ambiente integralista dal 2000, erano in contatto con il fratello di Mohamed Merah, il killer di Tolosa, e Omar, noto anche come “l’emiro bianco”. Fabien sarebbe in Siria ed ha fatto sentire la sua voce pochi giorni fa rivendicando con un audio la strage di Parigi. Sono arrivati nel Califfato dopo molte esperienze. Nel 2003 si trasferiscono in Belgio, hanno legami con altri militanti, frequentano un gruppo di persone dal quale uscirà la prima kamikaze europea in Iraq, Muriel Degauque. Sei anni Fabien finisce in un’inchiesta su minacce di attentato contro un locale parigino. Il Bataclan, quello del massacro. Lo mettono in prigione quando la polizia scopre una filiera che invia volontari in Iraq. Liberato nel 2012 si «immerge», vita riservata in Normandia, per poi sparire nel 2014: destinazione Siria.
Sono ancora le inchieste a parlare. Clain e Abaaoud sono considerati i referenti operativi di estremisti pericolosi. Un ruolo assunto anche da Salim Benghalem e Peter Cherif con gli assassini di Charlie Hebdo. Sono amici, compagni di lotta, comunicano e si prestano – come Abdel – all’attività di propaganda. Per l’antiterrorismo francese non sarebbe strano se fossero i «gestori» di gruppi di fuoco o elementi singoli rispediti in Francia e Belgio per attaccare. Ma non sono gli unici”.