Isis minaccia attentati a metro in Usa e Francia. Fbi: abbiamo identificato boia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Settembre 2014 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA
Isis rade al suolo i simboli cristiani. Anche l'Iran: "Nemici della civiltà"

La chiesa verde (Foto Ansa)

TEHERAN – L’Isis minaccia attentati negli Stati Uniti e in Francia: a rischio soprattutto le stazioni della metropolitana, in particolare quella di Parigi, avverte il premier iracheno Haider Al Abadi, che parla di “attacchi immediati”.

Anche l’Iran, che pure non partecipa alla coalizione guidata da Washington, ha detto per bocca del presidente Hassan Rohani che i militanti dello Stato Islamico sono “nemici della civiltà” che hanno “un’unica ideologia: la violenza e l’estremismo”.

Dagli Stati Uniti, invece, arriva un annuncio: “Abbiamo identificato il boia  dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff, uccisi dall’Isis”. Identificare è un conto, prenderli è altro. Ma la guerra prosegue e non solo con le bombe.

Guerra di cui prende atto anche Matteo Renzi: “L’Isis è una minaccia terroristica, non espressione di una religione. Quando sono stato ad Erbil ho visto che è in corso un genocidio”. Parlando all’Onu Renzi aggiunge che c’è “il sostegno italiano, nel rispetto della Carta Onu e delle prerogative del Parlamento, all’iniziativa della coalizione”.

Gli jihadisti dell’Isis, dal canto loro, proseguono nel sistematico abbattimento di ogni simbolo di civiltà che non sia la loro. L’ultimo atto è stato la distruzione della Chiesa Verde di Tikrit, in Iraq. I guerriglieri hanno piazzato l’esplosivo all’interno dell’edificio, uno dei più antichi monumenti cristiani in Medio Oriente (peraltro adibito a moschea), e l’hanno fatto brillare.

A Londra, intanto, sono stati arrestati nove sospetti terroristi. In Occidente, anche se non lo si dice apertamente, ci si aspetta che colpiscano, prima o poi. Nel Regno Unito si parla di “minaccia immediata”.

Se in Europa agiscono polizia e servizi segreti, in Siria ed Iraq continuano i raid aerei dell’aviazione americana e dei suoi alleati arabi. Nella mattina di giovedì 25 settembre sono stati colpiti i centri petroliferi del califfato, per cercare di spegnere i rifornimenti di denaro dell’Isis.