Isis, strage in Siria: tripla esplosione, almeno 45 morti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Gennaio 2016 - 13:19| Aggiornato il 1 Febbraio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Isis, strage in Siria: duplice esplosione, almeno 45 morti

Isis, strage in Siria: duplice esplosione, almeno 45 morti

DAMASCO – Isis, strage in Siria: tripla esplosione, almeno 45 morti. Lo Stato islamico ha rivendicato il triplo attentato a sud di Damasco in cui sono rimaste uccise 45 persone. Le tre esplosioni sono avvenute nei pressi del mausoleo sciita di Sayyida Zeinab. A renderlo noto in prima battuta l’osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa con sede a Londra ma presente sul territorio con una rete di attivisti. La notizia è stata confermata dal ministero dell’Interno siriano. Altre 110 persone sarebbero rimaste ferite nelle esplosioni, una delle quali causata da un’autobomba e le altre 2 da dei kamikaze.

Il santuario fu già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi e altre 13 rimasero ferite vicino ad un checkpoint nello stesso quartiere. Nello stesso mese, un’esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L’attentato fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.

Per cercare di mettere fine ai conflitti in Siria, una delegazione dell’Alto comitato negoziale della coalizione dell’opposizione siriana è arrivata sabato sera a Ginevra per partecipare ai colloqui inter-siriani mediati dall’Onu. L’Alto comitato negoziale ha immediatamente fatto capire che i colloqui non saranno facili. “Vogliamo che il negoziato per la pace sia efficace, ma non c’è serietà da parte del regime”, ha detto ad al Jazeera il portavoce della coalizione, Salem al Meslet.

Secondo diversi diplomatici occidentali, dopo i buoni auspici emersi durante gli incontri fra i vari attori regionali e internazionali organizzati fra ottobre e dicembre 2015 a Vienna e Ginevra, i primi colloqui di pace sulla Siria dal 2014 rischiano di trasformarsi in un nuovo fallimento. Se un primo tempo le Nazioni Unite avevano sperato di poter condurre dei veri e propri negoziati ad un tavolo comune, le posizioni più rigide mostrate dai partecipanti hanno fatto propendere per colloqui in stanze separate.