Israele, revocata la censura per la “giornalista-spia”: diffuse carte ‘top secret’

Pubblicato il 8 Aprile 2010 - 20:36 OLTRE 6 MESI FA

Anat Kam

Fino ad ora in Israele aveva vinto la censura sull’informazione dell’opinione pubblica sul caso di Anat Kam, quella che le autorità chiamano la «giornalista-spia». È stato un tribunale di Tel Aviv a fare cadere i bavagli, sulla base di un ricorso del quotidiano Haaretz, dopo che la stampa straniera si era abbondantemente occupata della giovane reporter rea di aver  “profanato” circa 2.000 documenti top secret mentre faceva la leva. Quelle carte segrete sono state successivamente divulgate, ma Anat Kam è rimasta agli arresti domiciliari, dove si trova dallo scorso dicembre.

«Lei è solo un capro espiatorio», ha sentenziato uno dei difensori della donna, Avidgor Feldman. Il tappo della censura è saltato dopo cinque mesi di silenzio, ma la giornalista rimane sotto inchiesta per aver attentato per i militari alla sicurezza dello Stato di Israele. Per l’intelligence dello Shin Bet i documenti sottratti dalla Kam e poi passati al cronista di Haaretz, Uri Blau, per un articolo, hanno messo a repentaglio il Paese e per questo la reporter rischia una pena minima di 10 anni. Per lo stesso reato il codice israeliano prevede anche l’ergastolo.

«In nessun momento di questa vicenda sono stati provocati danni alla sicurezza dello Stato», ha detto  Eitan Lehman, uno dei suoi avvocati. Tratteggiando Anat come simbolo di «libertà dell’informazione», ma anche come «una sionista convinta» estranea a gruppi politici.

Blau, grazie a quelle carte “rubate” dall’ex soldatessa, ha scritto un pezzo-denuncia sulle violazioni commesse dall’esercito israeliano e sull’omicidio sospetto, avvenuti qualche tempo fa in Cisgiordania, di due palestinesi del gruppo jihad islamico. Poi è tornato a Londra, dove è rimasto anche se in patria lo attende un mandato di comparizione degli inquirenti. Per i giudici israeliani Blau potrebbe aver nascosto alcune delle informazioni di cui era venuto in possesso grazie ai documenti top secret:  al giornalista era stata concessa l’autorizzazione per la pubblicazione del pezzo, ma probabilmente lo Shin Bet non era a conoscenza di tutto il materiale nelle mani di Blau.