Israele, incendio sul monte Carmelo: oltre 40 morti e quasi 20mila sfollati

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA

E’ salito a 42 morti accertati il bilancio dello spaventoso incendio che da ieri, 2 dicembre, sta divorando i boschi del monte Carmelo, nel nord d’Israele, e contro il quale sono entrati in azione stamattina i primi aiuti internazionali invocati dal governo di Benyamin Netanyahu. Lo riferiscono oggi le autorità precisando che i feriti ricoverati in ospedale sono 17, alcuni dei quali in gravi condizioni, e che le persone sfollate sono ormai quasi 20mila.

Almeno 36 dei morti sono guardie carcerarie, bruciate vive a bordo di un bus che si era ribaltato mentre partecipava alle operazioni di evacuazione del carcere di Damon. Le altre vittime, a quanto pare, si concentrano fra poliziotti e soccorritori.

Le fiamme intanto continuano ad ardere e si stimano in 4000 gli ettari di bosco danneggiati. Alcuni kibbutz risultano semidistrutti, mentre diverse altre località sono state evacuate in tutto o in parte a scopo precauzionale, incluso un sobborgo periferico di Haifa, la terza città del Paese.

Quasi totalmente svuotata è la cittadina drusa di Tirat Carmel, dove l’ospedale è stato sgomberato e le scuole sono chiuse. Chiuso temporaneamente anche un tratto della strada costiera numero 2.

La stampa è concorde oggi nel criticare pesantemente le autorità e gli apparati di soccorso nazionali, puntando il dito fra gli altri contro il ministro dell’Interno, Eli Yishai (destra religiosa ebraica). Haaretz parla di un corpo dei vigili del fuoco ”degno del terzo mondo” e – come Maariv – denuncia ”il Kippur dei servizi di emergenza”, tracciando un paragone fra l’impreparazione dimostrata ieri contro l’incendio e il modo in cui le forze armate israeliane furono colte di sorpresa all’inizio della guerra del 1973.