Ivermectin, l’antiparassitario per cavalli non è un rimedio efficace contro il Covid

L'ivermectina ha destato molta attenzione come potenziale cura per il Covid-19. La maggior parte delle prove ha dimostrato che è inefficace contro il virus.

di Caterina Galloni
Pubblicato il 20 Marzo 2022 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA
Ivermectin antiparassitario

Ivermectin, l’antiparassitario per cavalli non è un rimedio efficace contro il Covid

Ivermectin, l’antiparassitario per cavalli, non è un rimedio efficace contro il Covid. Alla stessa conclusione cui portava il buon senso, sono arrivati  ricercatori che testano farmaci riproposti contro il Covid-19.  Nel più ampio studio mai condotto sull’effetto dell’antiparassitario sul Covid 19 hanno scoperto che l’ivermectina non ha diminuito i ricoveri ospedalieri.

Ivermectin non è un rimedio efficace contro il Covid

L’ivermectina ha destato molta attenzione come potenziale cura per il Covid-19. La maggior parte delle prove ha dimostrato che è inefficace contro il virus o si è basata su dati inadeguati, hanno affermato i ricercatori attivi nel campo delle malattie infettive. Da mesi ormai, le autorità sanitarie pubbliche e i ricercatori affermano che il farmaco non ha mostrato alcun beneficio nel trattamento della malattia. Assumere dosi elevate del farmaco è pericoloso, ha affermato la Food and Drug Administration.

L’ultimo studio condotto su 1.400 pazienti affetti da Covid-19 a rischio di malattia grave, è il più grande a dimostrare che coloro a cui è stata somministrata l’ ivermectina non se la sono cavata meglio di chi ha ricevuto un placebo. “Non vi era alcuna indicazione che l’ivermectina sia clinicamente utile”, ha affermato Edward Mills, uno dei ricercatori principali dello studio e docente di scienze della salute presso la McMaster University canadese di Hamilton, in Ontario. 

Mills prevede di presentare i risultati, accettati per la pubblicazione su un’importante rivista medica peer-reviewed, in un forum pubblico sponsorizzato dal National Institutes of Health. Mills e i suoi colleghi hanno esaminato 1.358 adulti che si sono recati in una delle 12 cliniche nella regione del Minas Gerais in Brasile con sintomi di Covid-19. 

La ricerca sull’ivermectina

Tutti i pazienti hanno fatto un test rapido positivo per SARS-CoV-2 ed erano a rischio di contrarre una grave malattia per problemi pregressi: diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari o malattie polmonari. I ricercatori hanno prescritto a metà dei pazienti un ciclo di tre giorni di pillole di ivermectina. L’altra metà ha ricevuto un placebo. Hanno monitorato se i pazienti fossero stati ricoverati in ospedale nell’arco di  28 giorni. 

Hanno inoltre esaminato se i pazienti trattati con ivermectina fossero tornati negativi più velocemente di chi aveva assunto un placebo, se i loro sintomi si erano risolti prima, se erano stati ricoverati in ospedale o attaccati ai respiratori per minor tempo e se c’era qualche differenza nel tasso di mortalità tra i due gruppi.

Lo studio su altri farmaci

Mills e i suoi colleghi stanno studiando altri farmaci che potrebbero essere riutilizzati per contrastare il Covid-19. Farmaci utili poiché i loro effetti collaterali sono noti ed essere più economici da distribuire nei paesi poveri.

Il team ha esaminato 11 farmaci riproposti contro il Covid-19, di cui almeno uno ha mostrato risultati promettenti: la fluvoxamina,comunemente usata per curare il disturbo ossessivo compulsivo e la depressione.

Hanno pubblicato la ricerca su Lancet Global Health in ottobre, dimostrando che i pazienti Covid-19 a cui era stata somministrata la fluvoxamina avevano meno probabilità di essere ricoverati in ospedale rispetto a chi non l’aveva presa. I ricercatori stanno esaminando nei pazienti Covi-19 l’effetto della combinazione di fluvoxamina e uno steroide per via inalatoria, budesonide, nonché un farmaco chiamato peginterferone lambda, utilizzato per curare l’epatite virale cronica.