Jennifer e Pamela: i due volti della donna soldato in Afghanistan

Pubblicato il 12 Luglio 2010 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA

Pamela Elena Sabato e Jannifer Crane: 27 anni entrambe, soldatesse in Afghanistan, Pamela oggi, come tenete pilota ai comandi dell’A-129 Mangusta; Jennifer fino all’ottobre del 2003, in missione per otto mesi all’aeroporto militare di Bagram.

Ma soltanto questo unisce le due giovani donne e le loro storie, raccontate dal Sole-24 Ore e dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Perché se per Pamela, italiana con mamma tedesca e padre salentino, la missione in Afghanistan è un obiettivo raggiunto dopo tanta gavetta e goduto come un successo, per Jennifer la missione con l’esercito a stelle e strisce, seppure in una zona non di combattimento, si è presto trasformata in un inferno.

Per la giovane americana di Downingtown, un paesino di 8mila abitanti sulle pianure della Pennsylvania, l’abisso si è spalancato al ritorno a casa. Tormentata dai flashback di corpi esplosi, di colpi di mortaio, di strade con bombe pronte a saltare in aria, Jennifer ha iniziato a passare le giornate sdraiata sul divano fissando il vuoto. Incoraggiata dai familiari, andò alla clinica per veterani di Coastville. Ma fu solo peggio. I medici non capirono, minimizzarono i sintomi, e non le diedero alcuna cura.

Jennifer decise di curarsi da sola con la cocaina. Due anni dopo il suo ragazzo la ritrovò con le vene dei polsi tagliate. Salvata dal suicidio, ma non dalla depressione, poche settimane dopo venne arrestata per possesso di cocaina e crack. Solo a quel punto le venne diagnosticato che soffriva di disturbi post traumatici da stress: un insieme di forti sofferenze psicologiche provocate da situazioni dolorose e particolarmente stressanti.

Oggi Jennifer ha 27 anni e una bambina di due. Ma è grazie a casi eclatanti come il suo che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso di rendere più semplici le norme per ottnenere assegni di invalidità per i reduci affetti da dpts: al momento negli Usa sarebbero 150mila, ma si stima che la cifra reale sia di molto superiore, e riguarderebbe il 20 per cento dei 2milioni di militari che hanno prestato servizio in iraq e Afghanistan.

Per le donne la situazione è ancora più difficile: “Oltre ai traumi della guerra ci sono spesso le violenze dei commilitoni”, sottolinea Diane Castillo, psicologa al Veterans Affairs Medical Center of Women’s Stress Disorder dell’università del New Mexico, che ricorda: “più traumi un individuo accumula, più aumentano le possibilità di sviluppare la patologia”.

Tutto questo Pamela Sabato non l’ha dovuto attraversare. Felice di poter pilotare, prima donna in Italia, l’elicottero A-129 Mangusta, forse il mezzo più temuto dai talebani per la varietà di armi a disposizione, dice di “vivere la sua vita giorno per giorno”.

Per il futuro spera “di poter continuare a crescere dal punto di vista professionale, e di avere una collega donna con la quale poter condividere esperienze, sensazioni, emozioni”. In America sono già 230mila solo quelle impiegate in Afghanistan e Iraq, ma pagano il prezzo più alto.