ROMA – I libri stampati, con la tecnica a caratteri mobili, esistevano già 600 anni prima della Bibbia di Gutenberg. Potrà essere un fatto poco noto, ma va precisato che Johannes Gutemberg non è l’inventore della stampa, sarebbe come dire che Steve Jobs o Bill Gates siano gli inventori del computer. Eppure è uno dei luoghi comuni più gettonati della storia occidentale: uno sconosciuto imprenditore tedesco che inventò la stampa cambiando così il corso della civiltà per sempre. Ma la Bibbia di Gutenberg oltre a non essere il primo libro stampato della storia, non era nemmeno il primo realizzato con caratteri mobili: inventori cinesi e coreani si cimentarono secoli prima della sua nascita. In realtà, il vero genio di Gutenberg fu quello di adattare la tecnologia, i famosi “caratteri mobili” al mercato occidentale, sfruttando il trucco dell’alfabeto latino per portare i libri stampati al grande pubblico.
Ma allora cosa è definibile esattamente come “libro stampato”? Anche se si può affermare che i libri stampati esistono dal momento in cui le prime lettere sono state impresse nell’argilla, in genere gli uomini chiamano la tecnica d’incisione a rilievo su legni duri, xilografia. Esistono libri stampati con questa tecnica, almeno 1800 anni prima, ma la prima xilografia potrebbe essere fatta risalire al 868: si tratta del Diamond Sutra, un libro cinese ora esposto alla British Library. Poi, dopo secoli di stampa xilografica, un umile uomo di nome Bi Sheng inventò i caratteri mobili: era l’anno 1000.
Il sistema a caratteri mobili consente di allineare le singole lettere in modo da formare una pagina, che veniva cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta o di pergamena. Non ci sono esempi di libri prodotti da Bi Sheng ma vi sono notevoli descrizioni del meccanismo da lui inventato, ben 600 anni prima della nascita di Gutenberg. Ma già nel 1313 fu stampato forse il più noto esempio di libro cinese stampato con caratteri mobili: il Libro dell’Agricoltura di Wang Zhen, che migliorò la tecnica di Bi usando caratteri mobili in legno e in bronzo. Poi nel 1377 abbiamo la prova che un monaco coreano di nome Baegun inventò la tecnologia a caratteri mobili in metallo per produrre il Jikiji, un libro in cui è raccolta la saggezza Zen dei grandi maestri buddisti.
Non è noto se Gutenberg fosse a conoscenza delle innovazioni di Baegun sui caratteri mobili, o delle tecniche di Wang ma la sua macchina da stampa è molto simile alle tecnologie appena descritte.