Sandro Abati ucciso a Kabul in attentato a residence per stranieri FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Maggio 2015 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è anche un italiano tra le 14 vittime di un attentato a un residence per stranieri avvenuto nella serata di mercoledì 13 maggio a Kabul. Notizia ufficiale ora che è arrivata la conferma del ministero degli Esteri. La vittima si chiama Sandro Abati, aveva 47 anni, veniva da Alzano in provincia di Bergamo ed era un cooperante. Al momento dell’attacco Abati si trovava nella guesthouse insieme alla compagna Aigerim Abdulayeva, di origini kazake, anche lei rimasta uccisa nell’attacco.

Abati era là per lavoro. Era un cooperante e dopo una vita spesa in posti caldi, dall’Uganda alla Siria, dalla Giordania alla Romania, sognava una vita più “normale”. Stava per sposarsi con Aigerim quando i terroristi hanno fatto irruzione e li hanno uccisi. I due avevano già fatto le pubblicazioni a San Pellegrino, in Val Brembana. E il matrimonio era fissato per luglio. Poi un sogno: via in Canada per formare una nuova famiglia. In qualche modo Abati e Aigerim erano già sposati: lo avevano fatto in Kazakistan, con un rito locale che però non ha valore giuridico in Italia.

Dopo anni di esperienze all’estero Abati aveva deciso di “mettersi in propro” e fondato la M&J consulting, società per favorire alleanze tra pubblico e privato in progetti infrastrutturali.

Oltre all’italiano tra le vittime (9 gli stranieri)  ci sono un americano e quattro indiani. Almeno sei i feriti. Uccisi anche i tre assalitori. Si è trattato di un vero e proprio assedio quello andato in scena alla guest house Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw. I tre terroristi si sono battuti per almeno sette ore, prima di essere uccisi dall’esercito locale. In salvo circa 50 persone che si trovavano nella struttura.

Al Park Hotel, molto frequentato da stranieri per la sua vicinanza ai vari compound delle Nazioni Unite, al momento dell’attacco, verso le 21 era in corso un party con musica, doveva esibirsi la cantante Altaf Hussain. La polizia ha immediatamente circondato l’edificio della guesthouse, che contiene stanze e locali per gli ospiti temporanei e un’area riservata agli “expat”, cioè agli stranieri residenti, per molte ore. Nella stessa giornata di mercoledì i miliziani integralisti islamici hanno anche attaccato un edificio governativo a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, uccidendo almeno 12 persone.