Afghanistan. Governo libera 65 pericolosi detenuti contro parere Usa

Pubblicato il 13 Febbraio 2014 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
La prigione di Bagram

La prigione di Bagram

AFGANISTAN, KABUL – Il governo afghano ha iniziato giovedi a liberare 65 pericolosi detenuti della prigione di Bagram, nella provincia centrale di Parwan, nonostante una decisa opinione contraria da parte dei vertici militari statunitensi in Afghanistan. La liberazione avviene per decisione di una commissione d’inchiesta governativa e con l’approvazione dello stesso presidente Hamid Karzai.

Secondo quanto riferisce il quotidiano online Khaama News, il gruppo dei detenuti è stato fatto salire su un autobus diretto a Kabul. Mercoledi in un comunicato le Forze americane in Afghanistan (USFOR-A), che prima gestivano Bagram come carcere militare di massima sicurezza, hanno manifestato contrarietà per la decisione di rimettere in libertà i presunti terroristi. E hanno sottolineato “le potenziali minacce che questi detenuti pongono alle forze della Coalizione, alle forze di sicurezza afghane e ai civili”.

Detenuti di questo gruppo di 65, hanno assicurato, “sono direttamente coinvolti in attacchi che hanno ucciso o ferito 32 uomini della coalizione o statunitensi e 23 fra membri delle forze di sicurezza afghane e civili”Afghanistan. Governo libera 65 pericolosi detenuti da prigione Bagram contro parere usa ok?. Sono “violenti criminali che mettono in pericolo gli afghani e minacciano la pace e la sicurezza dell’Afghanistan – sottolinea infine il comunicato – e dovrebbero essere processati da tribunali afghani, dove un processo giusto e trasparente dovrebbe determinare la loro innocenza o colpevolezza”.

Ma funzionari afghani hanno insistito che la decisione di rimettere in libertà i 65 è dovuta al fatto che non sono state presentate prove inoppugnabili dei loro legami con l’insorgenza. Da marzo 2012, quando il carcere ha cominciato ad essere trasferito dagli Usa al governo afghano, centinaia di detenuti sono stati rimessi in libertà perch� ritenuti ingiustamente reclusi.