Khamis Gheddafi è morto. Il figlio più piccolo “ucciso per la terza volta”

Pubblicato il 21 Ottobre 2012 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Khamis Gheddafi è stato ucciso. E’ il figlio più piccolo di Muammar

ROMA – Khamis Gheddafi sarebbe morto: il figlio minore del defunto rais libico era già stato dato per morto, invece secondo fonti arabe sarebbe stato scovato vivo nella battaglia di Bani Walid, ma sarebbe poi deceduto per le ferite riportate nella cattura. Lo ha detto alla tv Al-Arabiya il leader dell’Assemblea nazionale Mohamed Magarief, dopo che invece fonti combattenti lo avevano dato per arrestato.

Khamis Gheddafi, settimo e più giovane figlio del colonnello Muammar, era stato a capo della famigerata 32/a Brigata durante la guerra civile dell’anno scorso. La sua morte era stata annunciata e poi ufficialmente confermata a fine agosto 2011.

Tuttavia, fonti della brigata Hitin – composta da ex rivoluzionari di Misurata e impegnata in queste ore nell’assalto di Bani Walid (considerata estrema roccaforte dei gheddafiani) – hanno affermato di averlo trovato vivo, di averlo ferito in una sparatoria e di averlo in ultimo catturato.

La voce, riportata solo dalla tv panaraba al-Arabiya, è stata più tardi avallata al sito della stessa emittente da Magarief, secondo il quale – peraltro – Khamis alla fine sarebbe morto davvero, per le ferite riportate.

Khamis Gheddafi, nato nel 1983, è stato spesso presentato dal regime come l’icona militare della rivoluzione, ”il Muammar giovane”, mentre per i ribelli è semplicemente ”il macellaio”.

A tre anni, Khamis rimase ferito nel bombardamento americano su Tripoli nel 1986, a cui suo padre sfuggi’, ma in cui mori’ una delle sue sorelle adottive. Formatosi nelle accademie militari russe, e con studi in diversi Paesi europei, Khamis aveva il grado di capitano ed era responsabile del reclutamento e dell’addestramento di mercenari provenienti dai paesi dell’Africa sub-sahariana.

Ma era soprattutto il comandante della 32/a Brigata corazzata, conosciuta anche come ”Brigata Khamis”, la piu’ importante e temuta unita’ di elite dell’apparato bellico libico, che contava circa 10.000 uomini, tra i quali molti mercenari stranieri. La 32/a, che aveva il suo quartier generale vicino Bengasi, era stata inizialmente schierata da Gheddafi a difesa di Tripoli, ma alcuni dei suoi uomini erano stati in seguito inviati in diverse aree del Paese per sostenere le forze governative nella lotta contro i rivoltosi. Khamis e le sue unita’ speciali avevano fronteggiato l’insurrezione sui fronti piu’ caldi: erano stati loro ad aver represso la rivolta a Zawia, la citta’ a una manciata di chilometri a ovest di Tripoli, e nella stessa capitale.

Poi, la 32/a aveva guidato la controffensiva libica, portando i carri armati di Gheddafi sino alla periferia di Bengasi, ‘capitale’ degli insorti. Solo l’intervento della Nato aveva impedito il ”bagno di sangue” evocato dal rais. Gia’ il 20 marzo 2011 Khamis era stato dato per morto in uno dei raid dei jet dell’Alleanza su Bengasi.

Poco piu’ di una settimana dopo era pero’ riapparso in pubblico, sulla Tv di Stato, che lo aveva mostrato mentre stringeva le mani di alcuni sostenitori del regime radunati davanti alla caserma-bunker di Bab al Azizia, a Tripoli, per formare ‘scudi umani’ a difesa di Muammar Gheddafi.

Il 29 agosto dell’anno scorso era arrivata di nuovo l’informazione che Khamis era rimasto ucciso, proprio vicino a Bani Walid, colpito – si disse – da un elicottero Apache della Nato. Il Consiglio nazionale di transizione aveva piu’ tardi confermato l’informazione, mentre l’Alleanza insisteva di non saperne nulla. Adesso, ancora dalla fatale Bani Walid, la ‘notizia’ della sua terza morte.