Kim Kardashian aggredita e rapinata. Guardia del corpo complice dei ladri?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2016 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA
Kim Kardashian aggredita e rapinata. Guardia del corpo complice dei ladri?

Kim Kardashian aggredita e rapinata. Guardia del corpo complice dei ladri?

PARIGI – Minacciata con una pistola, chiusa in bagno e derubata di tutti i suoi gioielli (anello da 20 carati compreso) dal valore complessivo di 9 milioni di euro: se Kim Kardashian ha vissuto quest’esperienza traumatica in un lussuoso hotel di Parigi la colpa non è solo del suo bodyguard, che durante la rapine era a cena con le sorelle della stessa Kim, anche loro nella capitale francese per la fashion week. La responsabilità è sopratutto dell’albergo che non ha fornito un’adeguata rete di protezione. E non si tratterebbe solo di un’organizzazione superficiale: le falle, gli errori, così come le dinamiche, fanno pensare a un colpo preparato da tempo con tanto di basista.

Il Daily Mail spiega come la polizia francese stia anche indagando su una possibile complicità tra i ladri e la stessa guardia del corpo di Kim Kardashian. Ma ci sono parecchie cose che non tornano in questa rapina. Carlo Biffani, esperto di sicurezza internazionale e direttore generale della Security Consulting Group, spiega all’Agi: “Quando una persona di quel livello di notorietà alloggia in una città nella quale è ospite, lo fa sempre avvalendosi di un doppio dispositivo di security. Uno dovrebbe essere il proprio, costituito da professionisti che ne conoscono le esigenze e con i quali ha stabilito un rapporto di fiducia assoluta. L’altro dovrebbe invece essere quello fornito dalla location in cui alloggia, che, a questi livelli, è sempre dotata di sistemi di controllo e di vigilanza adeguati”. Il compito del team leader, spiega Biffani, “è proprio quello di valutare le criticità, analizzare il contesto ed ottimizzare l’interazione fra il proprio dispositivo (quello del VIP) e quello con cui ci si troverà ad interagire localmente”.

“Trovo davvero strano – continua l’esperto – che a fronte dell’ammontare di un valore di diversi milioni di euro, cifre sarà bene ricordarlo, che non sono reperibili neppure negli atelier dei più quotati gioiellieri al mondo, non fossero state predisposte misure di protezione adeguata. Il deposito di oggetti dal valore così ingente presuppone l’osservanza di una serie di procedure e di disposizioni che sono estremamente severe ed accurate”. Troppi dettagli lasciati al caso, troppe lacune, al punto da destare sospetti: “Tutto lascerebbe supporre una preparazione adeguata ed uno studio della situazione sul terreno e degli aspetti tattici, fatto questo che lascerebbe immaginare il contributo di un basista ed un colpo preparato da tempo”.