Kobane in mano all’Isis, occupato il comando delle forze curde

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Ottobre 2014 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA
Kobane in mano all'Isis, occupato il comando delle forze curde

La bandiera nera dell’Isis

DAMASCO – I miliziani jihadisti dello Stato Islamico hanno preso il comando del quartier generale curdo di Kobane, cittadina siriana al confine con la Turchia. L’Onu chiede al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di lasciar passare i volontari: “Si rischia una nuova Srebrenica”, è il timore delle Nazioni Unite, cioè che la presa di Kobane si trasformi in un vero e proprio genocidio nei confronti della folta comunità curda.

La strategia del’Is è quella di circondare definitivamente Kobane e chiudere tutti i valichi che permettono di andare in Turchia. Oltre ad essere assediata dagli jihadisti Kobane è anche bersagliata dai raid aerei della forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti.

Secondo Staffan de Mistura, inviato Onu per la Siria, sono circa 700 le persone, soprattutto anziani, rimaste intrappolate nell’enclave curda in Siria, mentre oltre diecimila persone sono ammassate lungo il confine con la Turchia. De Mistura ha chiesto ad Ankara di autorizzare i rifugiati curdi a superare il confine “per non rischiare una nuova Srebrenica”.

Nel frattempo in Turchia è salito a 30 morti il bilancio delle vittime delle violente proteste di piazza cominciate mercoledì 8 ottobre e concentrate soprattutto nella provincia sud-orientale di Gaziantep, in segno di solidarietà alla popolazione curda assediata nella città siriana di Kobane dai combattenti dello Stato islamico. 

Le proteste sono sostenute e organizzate dal Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato esso stesso da Turchia, Stati Uniti ed Unione Europea un’organizzazione terroristica. Negli scontri fra dimostranti e forze dell’ordine nella città di Bingol giovedì sono morte sei persone: un vice capo e un ispettore capo della polizia e i quattro terroristi che li hanno uccisi. Altri due funzionari di polizia sono ricoverati in gravi condizioni per le ferite riportate. Le proteste in tutto il Paese sono scoppiate dopo che i militanti islamici dell’Isis hanno dato l’avvio lunedì scorso ad un pesante assedio della città curda siriana di Kobane vicina al confine con la Turchia.