La Cina ha sete, 51milioni di persone sono senza acqua

Pubblicato il 24 Marzo 2010 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA

A Hong Kong il parametro per misurare il livello di contaminazione dell’aria segna un nuovo record negativo. Tempeste di sabbia flagellano il Paese da nord a sud. Nel meridione la mancanza di acqua colpisce 51 milioni di persone.

Un’aria sempre più irrespirabile. Un cielo sempre più opaco. Una terra sempre più arida. Sono decine di milioni in tutta la Cina le persone costrette a fronteggiare disagi e problemi crescenti a causa dell’inquinamento, del maltempo e della siccità. Lunedì 22 marzo a Hong Kong l’Air pollution index (Api), parametro utilizzato dalle autorità per misurare il livello di contaminazione dell’aria da parte di agenti chimici nocivi, ha raggiunto un nuovo record negativo. Una delle centraline di rilevazione sparse nella regione ha registrato il valore di 453, mentre in altri 5 impianti è stato abbondantemente superato quello di 400.

Si tratta del picco più elevato da quando il sistema di rilevamento è attivo, tale da spingere le autorità cittadine a consigliare a tutti gli abitanti della regione amministrativa speciale cinese di evitare il più possibile le attività all’aria aperta. Secondo quanto rivelato dall’Agenzia di Hong Kong per l’ambiente già un valore di 100 può determinare problemi ai soggetti affetti da patologie respiratorie o cardiache, mentre il superamento della soglia di 200 è nocivo anche per le persone che godono di buona salute.

«Siamo in pieno allarme», ha dichiarato alla stampa locale Edwin Lau, direttore dell’organizzazione Friends of the Earth (Amici della Terra) Hong Kong. «L’inquinamento dell’aria in questa regione è molto elevato e nei prossimi giorni è previsto che la situazione peggiori ulteriormente». Il servizio meteorologico nazionale ha infatti avvisato che le tempeste di sabbia che nei giorni scorsi si sono abbattute sul nord della Cina e su Pechino si stanno spostando verso le province meridionali. Gli scienziati hanno evidenziano come queste perturbazioni sarebbero provocate dall’effetto combinato della deforestazione e della prolungata siccità che ha colpito le regioni a nord del Paese della Grande Muraglia.

Le nubi di sabbia rischiano anche di peggiorare ulteriormente la siccità che da alcuni mesi affligge le province dello Yunnan, del Guizhou, del Guangxi, del Sichuan e del Chongqing. La mancanza d’acqua è iniziata lo scorso autunno ed è la diretta conseguenza delle ridotte precipitazioni e delle temperature superiori alla media stagionale. I dati della Commissione statale di soccorso per i disastri parlano di 51 milioni di cinesi colpiti dalla siccità, 16 milioni di persone alle prese con la carenza quotidiana di acqua potabile, 11 milioni di capi di bestiame che soffrono la sete e oltre 4 milioni di ettari di terra all’asciutto. L’intervento congiunto dei ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e delle Risorse idriche ha portato il governo a elargire oltre 50 milioni di dollari alle autorità locali per far fronte all’emergenza.

Quello che Pechino teme sono soprattutto le conseguenze negative della siccità sul piano economico: raccolti scarsi potrebbero causare un aumento dei prezzi dei generi di prima necessità in tutto il Paese, portando a un rapido e incontrollato aumento dell’inflazione.