La fuga degli haitiani verso la Repubblica Dominicana

Pubblicato il 20 Gennaio 2010 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA

Le loro case sono distrutte. In molti casi i loro familiari sono morti, o dispersi. Non hanno più nulla, da quel tragico giorno, una settimana fa, quando il terremoto gli ha tolto ogni cosa. Anche la speranza.

Ora l’unico sentimento che li anima è quello della fuga. Verso un posto più sicuro, verso un paese che ancora esiste e che non mostra, ad ogni angolo della strada, i suoi morti. Ora gli haitiani, a decine, tentano di oltrepassare la frontiera, di recarsi nella vicina Repubblica Dominicana. E tentano di farlo con ogni mezzo, anche sotto pagamento. E ovviamente, lì dove c’è un disperato, c’è sempre uno sfruttatore.

Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo, negli ultimi giorni sono sempre di più gli haitiani che cercano di oltrepassare la frontiera e riescono a eludere i controlli “rifugiandosi” sui mezzi di soccorso o sui camion.

Il viaggio verso la salvezza è pieno di ostacoli, ma il business dei trafficanti di haitiani è in continuo aumento. Non importa quali siano i rischi o quanto costi, i terremotati sono pronti ad affrontare l’odissea. Il primo scoglio da superare è rappresentato dai posti di blocchi. Ma quando le ambulanze vengono fermate e i militari chiedono di ispezionare i veicoli, i conducenti rispondono che stanno trasportando feriti bisognosi di cure urgenti.

E così, il gioco è fatto. Le forze dell’ordine non si accorgono che in realtà si tratta di una messainscena. Una volta arrivati in terra dominicana, gli haitiani si spogliano delle bende, macchiate ad arte, e le gettano via per confondersi tra la folla.

Alla gioia degli haitiani che sperano in una nuova vita, si accosta il crescente business degli sciacalli, che, come degli “scafisti” caraibici, fanno di questi viaggi illegali il proprio mestiere.

Basti pensare che prima del terremoto il viaggio da Haiti a Santiago (frontiera nord) costava 2.500 pesos (circa 49 euro). Dopo la tragedia, invece, anche i prezzi sono schizzati alle stelle. Ora i profughi devono pagare fino al doppio del costo inziale, ovvero circa 97 euro. Rubén Corcino, un corriere dominicano, ammette di essere riuscito a trasportare illegalmente «senza troppe difficoltà» un gruppo di 33 fuggitivi in una sola notte. «E’ un ottimo affare», commenta compiaciuto.